Poetica delle immagini e amore per la Sicilia nelle opere di Carmen Frisina
Maurizio Lucchese e Carmen Frisina
La bellezza del paesaggio siciliano attraversato dal mito e dalle suggestioni di luoghi di straordinaria attrattività, dove l’ambiente naturale è stato plasmato da gesta memorabili, è protagonista della mostra “La Terra dei Ciclopi” dell’artista Carmen Frisina, negli gli spazi della Galleria “Nicola Scafidi” all’interno di Villa Niscemi fino al 26 aprile.
L’esposizione si articola in diciassette dipinti a olio su tela, che sintetizzano l’amore della pittrice palermitana per la Sicilia, tra scorci idilliaci, spiagge mediterranee e fichi d’india. Oltre all’elemento paesaggistico, a dominare l’espressività dell’artista è la rappresentazione della quotidianità con tratti gentili ed eleganti; particolarmente apprezzati dalla critica sono il senso della prospettiva e l’uso sapiente del colore.
Classe ‘48, docente di Economia fino alla pensione, Carmen Frisina possiede una sensibilità rara che si manifesta anche nella rappresentazione a tratti malinconica del passato e in una dimensione onirica che, tra nostalgia e vitalità, emerge dalle sue opere, tra le quali figurano gemme come "Scala dei Turchi", "Controvento" e "Il tempo che fu".
Un tema, quello dell’osservazione del paesaggio attraverso la raffigurazione di scorci di intensa bellezza, che rappresenta la cifra espressiva per eccellenza della pittrice, i cui lavori sono stati pubblicati su prestigiose riviste e cataloghi d’arte e che le ha valso l’amore e la stima del pubblico, oltre che il riconoscimento della critica con targhe e medaglie.
Di recente, la sua pluripremiata opera “Serra e laghetto del villino Florio all’Olivuzza”, inoltre, le ha assegnato il sedicesimo posto in occasione della Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo fra seicento artisti partecipanti: ancora un’intensa rappresentazione della Natura, attraverso un tocco ottocentesco.
L’esposizione si articola in diciassette dipinti a olio su tela, che sintetizzano l’amore della pittrice palermitana per la Sicilia, tra scorci idilliaci, spiagge mediterranee e fichi d’india. Oltre all’elemento paesaggistico, a dominare l’espressività dell’artista è la rappresentazione della quotidianità con tratti gentili ed eleganti; particolarmente apprezzati dalla critica sono il senso della prospettiva e l’uso sapiente del colore.
Classe ‘48, docente di Economia fino alla pensione, Carmen Frisina possiede una sensibilità rara che si manifesta anche nella rappresentazione a tratti malinconica del passato e in una dimensione onirica che, tra nostalgia e vitalità, emerge dalle sue opere, tra le quali figurano gemme come "Scala dei Turchi", "Controvento" e "Il tempo che fu".
Un tema, quello dell’osservazione del paesaggio attraverso la raffigurazione di scorci di intensa bellezza, che rappresenta la cifra espressiva per eccellenza della pittrice, i cui lavori sono stati pubblicati su prestigiose riviste e cataloghi d’arte e che le ha valso l’amore e la stima del pubblico, oltre che il riconoscimento della critica con targhe e medaglie.
Di recente, la sua pluripremiata opera “Serra e laghetto del villino Florio all’Olivuzza”, inoltre, le ha assegnato il sedicesimo posto in occasione della Biennale Internazionale d’Arte del Mediterraneo fra seicento artisti partecipanti: ancora un’intensa rappresentazione della Natura, attraverso un tocco ottocentesco.
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