Nel sottosuolo di Palermo, dove operai e "carusi" scavavano la pietra: visite alle antiche Fornaci Maiorana di Palermo
Le antiche Fornaci Maiorana a Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Un salto indietro nel tempo, quando operai e "carusi" scavavano la pietra in condizioni estreme, spaccando a colpi di piccone la calcarenite da cui poi ricavare la calce: entrare nelle Fornaci Maiorana è un viaggio nel passato in uno dei più begli esempi di archeologia industriale della città, salvato dall’abbandono.
È un complesso costituito da due fornaci per la produzione della calce viva e da un frantoio per gli inerti. Si articola su tre livelli compresa un’ampia parte sotterranea. Le fornaci erano alimentate al secondo livello, più in basso, mentre il terzo livello, scavato nella roccia, serviva per raccogliere la calce in piccoli carrelli metallici su rotaia, i quali poi, con gli elevatori, venivano riportati fuori sino al livello del suolo.
Furono attive fino al 1968, con l’avvento del cemento armato l’uso della calce si ridusse sempre di più e le fornaci non furono più utilizzate. Dopo la dismissione, gli eredi della famiglia Maiorana hanno affrontato lunghi lavori di restauro, restituendole alla città.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 45 minuti e non è accessibile ai disabili.
Un salto indietro nel tempo, quando operai e "carusi" scavavano la pietra in condizioni estreme, spaccando a colpi di piccone la calcarenite da cui poi ricavare la calce: entrare nelle Fornaci Maiorana è un viaggio nel passato in uno dei più begli esempi di archeologia industriale della città, salvato dall’abbandono.
È un complesso costituito da due fornaci per la produzione della calce viva e da un frantoio per gli inerti. Si articola su tre livelli compresa un’ampia parte sotterranea. Le fornaci erano alimentate al secondo livello, più in basso, mentre il terzo livello, scavato nella roccia, serviva per raccogliere la calce in piccoli carrelli metallici su rotaia, i quali poi, con gli elevatori, venivano riportati fuori sino al livello del suolo.
Furono attive fino al 1968, con l’avvento del cemento armato l’uso della calce si ridusse sempre di più e le fornaci non furono più utilizzate. Dopo la dismissione, gli eredi della famiglia Maiorana hanno affrontato lunghi lavori di restauro, restituendole alla città.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 45 minuti e non è accessibile ai disabili.
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