Texture "Work in pattern": un gioco antologico nella personale di Sergio Orlando
Per un pittore come Sergio Orlando, un viaggio è riflettere sugli elementi costitutivi del suo racconto per immagini, come in una sorta di raga indiano in cui l’iterazione di una nota diventa meditazione, passaggio dall’elemento minimale a una comunione profonda con ciò che è intorno.
Nella relazione tra simili: farfalle, pesci, elementi naturali o astratti si evidenzia il percorso relazionale delle piccole, progressive diversità, come in una composizione di musica minimale. E c’è spesso un elemento diverso a rimarcarle, quasi come una evidenza di senso che racconta il dipinto senza però imporre una didascalia.
La nuova produzione di Sergio Orlando è come un gioco ontologico. Un viaggio di ritorno verso la natura delle cose, verso gli elementi fondativi della sua espressività con un atto nobile di fedeltà e di diserzione al tempo stesso. Le farfalle o i pesci, oppure l’astrazione geometrica dei cerchi, vivono nella loro iterazione modulare uno spirito relazionale che mette in chiaro la diversità dell’altro e del sé nel medesimo attimo.
Ma che invece non lo è perché il pesce prende senso tra i pesci del suo branco e acquisisce la diversità, anche impercettibile dall’altro, come elemento fondante del suo essere nel gruppo e dunque anche del suo essere se stesso.
E, del resto, anche differenze minime possono aprire strade molto differenti e condurre a destini molteplici. Ed è probabilmente ciò che Orlando desidera per la vita delle sue farfalle e ciò che il visitatore osserva nei suoi quadri: coltivare le differenze e amare le molteplicità.
Nella relazione tra simili: farfalle, pesci, elementi naturali o astratti si evidenzia il percorso relazionale delle piccole, progressive diversità, come in una composizione di musica minimale. E c’è spesso un elemento diverso a rimarcarle, quasi come una evidenza di senso che racconta il dipinto senza però imporre una didascalia.
La nuova produzione di Sergio Orlando è come un gioco ontologico. Un viaggio di ritorno verso la natura delle cose, verso gli elementi fondativi della sua espressività con un atto nobile di fedeltà e di diserzione al tempo stesso. Le farfalle o i pesci, oppure l’astrazione geometrica dei cerchi, vivono nella loro iterazione modulare uno spirito relazionale che mette in chiaro la diversità dell’altro e del sé nel medesimo attimo.
Ma che invece non lo è perché il pesce prende senso tra i pesci del suo branco e acquisisce la diversità, anche impercettibile dall’altro, come elemento fondante del suo essere nel gruppo e dunque anche del suo essere se stesso.
E, del resto, anche differenze minime possono aprire strade molto differenti e condurre a destini molteplici. Ed è probabilmente ciò che Orlando desidera per la vita delle sue farfalle e ciò che il visitatore osserva nei suoi quadri: coltivare le differenze e amare le molteplicità.
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