"Steve McCurry: Icons": le opere del grande fotografo in mostra a Siracusa
Oltre cento foto, dei video che raccontano una storia fatta di viaggi e passione, interviste e spiegazioni: arriva all'Ex Convento San Francesco d'Assisi di Siracusa "Steve McCurry: Icons", visitabile fino al 30 settembre.
"Icons" racconta un cammino iniziato con la classica macchina fotografica a pellicola e che continua ancora oggi, accendendo i riflettori sull'esperienza di uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea.
Punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo di guardare il nostro tempo, Steve McCurry ha alle spalle un'attività quarantennale che lo ha portato a viaggiare in lungo e in largo per il mondo.
La mostra mette insieme quello che è forse il meglio della sua vasta produzione, per proporre ai visitatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini.
A partire dai suoi viaggi in India e poi in Afghanistan, da dove veniva Sharbat Gula, la ragazza che ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata una icona assoluta della fotografia mondiale, Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate.
La mostra inizia con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia. Nell'audioguida è lo stesso McCurry a raccontare in prima persona molte delle foto esposte.
All'interno del percorso viene inoltre proiettato un video di National Geographic dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, diciassette anni dopo, “la ragazza afghana” ormai adulta.
"Icons" racconta un cammino iniziato con la classica macchina fotografica a pellicola e che continua ancora oggi, accendendo i riflettori sull'esperienza di uno dei più grandi maestri della fotografia contemporanea.
Punto di riferimento per un larghissimo pubblico che nelle sue fotografie riconosce un modo di guardare il nostro tempo, Steve McCurry ha alle spalle un'attività quarantennale che lo ha portato a viaggiare in lungo e in largo per il mondo.
La mostra mette insieme quello che è forse il meglio della sua vasta produzione, per proporre ai visitatori un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze e di emozioni che caratterizza le sue immagini.
A partire dai suoi viaggi in India e poi in Afghanistan, da dove veniva Sharbat Gula, la ragazza che ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che è diventata una icona assoluta della fotografia mondiale, Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate.
La mostra inizia con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e di ironia. Nell'audioguida è lo stesso McCurry a raccontare in prima persona molte delle foto esposte.
All'interno del percorso viene inoltre proiettato un video di National Geographic dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, diciassette anni dopo, “la ragazza afghana” ormai adulta.
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