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"Stanze #1": opere di Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis

  • Museo Riso - Palermo
  • - Palermo
  • Dal 1 al 9 giugno 2014 (evento concluso)
  • Visitabile da martedì a domenica dalle ore 10.00 alle 20.00; giovedì, venerdì e sabato dalle ore 10.00 alle 24.00. Chiuso lunedì
  • 6 euro (intero), 3 euro (ridotto)
Balarm
La redazione

Stanze #1” vede la presenza di due grandi artisti, Giovanni Anselmo e Jannis Kounellis che hanno progettato due opere (installazioni) in relazione specifica con gli spazi del museo. La mostra si svolge interamente al secondo piano del Palazzo: un piano formato da due grandi sale parallele e da tre piccole stanze ai vertici e a lato del piano. Le due grandi sale sono caratterizzate da un restauro conservativo che ha lasciato a nudo i segni del tempo nei muri, mentre nelle altre tre sale si è intervenuto con dei pannelli “protettivi”.

L’effetto immediato dato da questa particolare grande stanza museale può essere percepito sia come “un segno del tempo” che come “i segni dei tempi”. Tuttavia, è innegabile il grande fascino suscitato da questo speciale ambiente espositivo. Nel 2008 nella sala di destra Jannis Kounellis ha reinstallato un’opera composta da “armadi sospesi al soffitto” che era stata presentata a Palermo nel 1993 in occasione della sua mostra all’Albergo delle Povere, curata da Mario Codognato, Nicola Bramante e Paolo Falcone.

Il passaggio di questa opera monumentale da una mostra temporanea alla sua collocazione all’interno di Palazzo Riso nelle sue collezioni permanenti, racconta così una storia, un passaggio di stanze e di consegne, ma conserva inalterata la sua esistenziale e drammaturgica relazione con lo spazio intorno al museo e in particolar modo, con ciò che l’artista stesso ha definito “il barocco siciliano”.

Per la mostra “Stanze #1”, Kounellis è intervenuto con una grande installazione, "Senza titolo 2014", proprio sotto i suoi armadi sospesi al soffitto, lasciando intenzionalmente vuote le due più piccole sale laterali. L’incombente presenza degli armadi - insieme capace di suscitare meraviglia, come nella poetica del Barocco - fa ora quasi da enorme cappello alla serie di cavalletti che sorreggono le lastre di metallo a cui sono agganciati i suoi “tipici” cappotti scuri.

Non si tratta tuttavia di semplice accostamento di due opere temporalmente differenti, ma della creazione di un suggestivo “atto unico” , anch’esso tipico della vasta esperienza artistica di Kounellis; una rappresentazione drammatica, esistenziale e culturale che trasforma lo spazio espositivo in una “cavità teatrale e umanistica”. E a questo denso e vasto blocco espositivo, a questa sorta di drammatica processione - le figure esistenziali dei cappotti appesi ai quadri di metallo e sollevati in alto dai cavalletti - racchiusa da angeli-armadi volanti fa da opportuno contraltare il vuoto delle due stanze attigue; due piccole ma necessarie “sale d’attesa”, che poeticamente gli architetti francesi chiamavano la salle des pas perdu, uno spazio di transizione tra il mondo esteriore e l’interno di una stazione ferroviaria o di un palazzo di giustizia.

Sempre all’interno delle collezioni di Riso vi è una opera su carta di Giovanni Anselmo del 1965, dal titolo "La mia ombra verso l’infinito dalla cima dello Stromboli durante l’alba del 16.08.65". Quest’opera di Anselmo contiene in embrione tutti quelli che saranno gli sviluppi e le caratteristiche della sua grande esperienza artistica e, ancora una volta, un preciso e concreto legame (e persino una data e un’ora esatti) con la Sicilia.

 

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