Reperti della Necropoli di Pantalica e di Sortino: 40 oggetti del Museo "Paolo Orsi"
Sortino per due giorni capitale dell’arte e dell’archeologia: l’Antiquarium del Medioevo sortinese, ospita la mostra di reperti della Necropoli di Pantalica e di Sortino diruta, fino al 16 febbraio. Quaranta reperti archeologici che fanno parte delle collezioni del Museo archeologico regionale Paolo Orsi di Siracusa: una parte proveniente dall'attuale percorso espositivo, un'altra dai depositi.
Esposti, per quella che dopo il 16 febbraio diverrà una mostra permanente, anche quasi 250 reperti, tra ceramiche, bronzi e monete, del periodo medievale rinvenuti da Gioacchino Bruno, fra i primi a trascorrere interi giorni alla scoperta di sentieri ormai impraticabili dell'antica Sortino e che da decenni dedica le sue energie alla valorizzazione del territorio, grazie anche all'iniziale supporto di Siciliantica.
E così per la prima volta sono esposti campanelle, fischietti, piccole statue votive, posate di rame e di bronzo e, ancora, materiale in terracotta: cocci di vasi e di contenitori vari che, come spiegato da Gioacchino Bruno, si trovavano in ogni abitazione.
«La scelta dei materiali – spiega Maria Musumeci, direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici, museo archeologico regionale Paolo Orsi - consente sia di storicizzare le ricerche effettuate in questo sito, ma soprattutto di seguire l’evolversi dei materiali caratteristici di questo contesto attraverso le varie fasi di vita della necropoli. Vengono presentati materiali dal vecchio fondo del museo con la tipologia espositiva dell’epoca [...]».
Esposti, per quella che dopo il 16 febbraio diverrà una mostra permanente, anche quasi 250 reperti, tra ceramiche, bronzi e monete, del periodo medievale rinvenuti da Gioacchino Bruno, fra i primi a trascorrere interi giorni alla scoperta di sentieri ormai impraticabili dell'antica Sortino e che da decenni dedica le sue energie alla valorizzazione del territorio, grazie anche all'iniziale supporto di Siciliantica.
E così per la prima volta sono esposti campanelle, fischietti, piccole statue votive, posate di rame e di bronzo e, ancora, materiale in terracotta: cocci di vasi e di contenitori vari che, come spiegato da Gioacchino Bruno, si trovavano in ogni abitazione.
«La scelta dei materiali – spiega Maria Musumeci, direttore del Polo regionale di Siracusa per i siti e i musei archeologici, museo archeologico regionale Paolo Orsi - consente sia di storicizzare le ricerche effettuate in questo sito, ma soprattutto di seguire l’evolversi dei materiali caratteristici di questo contesto attraverso le varie fasi di vita della necropoli. Vengono presentati materiali dal vecchio fondo del museo con la tipologia espositiva dell’epoca [...]».
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