La personale di fotografia sui "Non luoghi" di Michele Di Donato alla Mondadori
Il progetto espositivo "Non luoghi" di Michele Di Donato, curato da Vincenzo Cucco, si sviluppa attraverso un percorso di 35 immagini, di grande formato, realizzati in occasione di un tour di lavoro effettuato nel corso del 2015 e 2016, sulla vita quotidiana delle metropoli e dei piccoli centri abitati, i contrasti e le contraddizioni della città e della provincia, gli scorci artistici, le geometrie architettoniche.
Michele Di Donato ha voluto proprio rappresentare quei luoghi anonimi, senza storia e senza futuro, ideati per una tipologia di vita frutto di una società dell’effimero.
Il titolo della mostra "Non luoghi" non è casuale ma è proprio l’oggetto di ricerca dell’Artista il quale, ispirandosi al concetto del termine Non lieu dell’etno-antropologo francese Marc Augé, ha voluto approfondire i due concetti complementari ma assolutamente distinti: da una parte quegli spazi costruiti per un fine ben specifico (solitamente di transito, trasporto, commercio, tempo libero e svago) e dall'altra il rapporto che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi.
Un discorso fotografico ben riuscito nell’aver saputo esprimere il meglio del concetto attraverso delle atmosfere sospese e sognanti sul filo conduttore del bianco/nero che ne sottolinea l’eleganza, il fascino con tutte le sue caratteristiche.
La scelta del bianco/nero quindi, senza alcuna distrazione di improbabili accostamenti cromatici, molto appropriata, permette all’osservatore di cogliere e percepire sensazioni particolari che diversamente sarebbero sfuggite.
La mostra sarà visibile fino all'1 giugno, tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.30 ad ingresso gratuito.
Michele Di Donato ha voluto proprio rappresentare quei luoghi anonimi, senza storia e senza futuro, ideati per una tipologia di vita frutto di una società dell’effimero.
Il titolo della mostra "Non luoghi" non è casuale ma è proprio l’oggetto di ricerca dell’Artista il quale, ispirandosi al concetto del termine Non lieu dell’etno-antropologo francese Marc Augé, ha voluto approfondire i due concetti complementari ma assolutamente distinti: da una parte quegli spazi costruiti per un fine ben specifico (solitamente di transito, trasporto, commercio, tempo libero e svago) e dall'altra il rapporto che viene a crearsi fra gli individui e quegli stessi spazi.
Un discorso fotografico ben riuscito nell’aver saputo esprimere il meglio del concetto attraverso delle atmosfere sospese e sognanti sul filo conduttore del bianco/nero che ne sottolinea l’eleganza, il fascino con tutte le sue caratteristiche.
La scelta del bianco/nero quindi, senza alcuna distrazione di improbabili accostamenti cromatici, molto appropriata, permette all’osservatore di cogliere e percepire sensazioni particolari che diversamente sarebbero sfuggite.
La mostra sarà visibile fino all'1 giugno, tutti i giorni dalle 9.30 alle 20.30 ad ingresso gratuito.
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