Il mondo gallo in "Gall...eria", trenta opere dell’artista siciliano Nicola Pucci
In occasione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), lo Spazio Contemporaneo Agorà ospita la mostra personale dell’artista Nicola Pucci dal titolo "Gall...eria", che vede protagonisti i galli, un tema caro e più volte affrontato negli anni dall’artista siciliano.
Per questa nuova esposizione viene ristudiato dal curatore Gianluca Marziani come una sorta di "galleria di ritratti" perfettamente allestita dalla direttrice artistica Stefania Giacchino che propone al pubblico un inconsueto percorso espositivo che alterna una trentina di lavori fra disegni e oli realizzati su diversi supporti.
«Nicola Pucci dipinge galli - scrive Gianluca Marziani, che ha recentemente proposto i lavori dell’artista all’interno del prestigioso Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto - O meglio, dipinge anche e talvolta galli usandoli come un diapason metodico, un mantra d’allenamento, una costante privata che si risolve con tecniche e materiali variabili. Ora su carta o tela, ora su alluminio, ora con la via del disegno o della pittura a olio, ora come soggetto unico o ambientato».
Ogni volta il gallo ha incarnato una simbologia forte, un messaggio metaforico. Sfida ironica al delirio ipnotico del selfie, messaggio di universalità della pittura, segnale di uno sguardo che non ha il peso del conformismo, il mondo gallo di Nicola Pucci ammalia e coinvolge, cattura lo sguardo curioso, incita al volume onirico dei pensieri.
Per questa nuova esposizione viene ristudiato dal curatore Gianluca Marziani come una sorta di "galleria di ritratti" perfettamente allestita dalla direttrice artistica Stefania Giacchino che propone al pubblico un inconsueto percorso espositivo che alterna una trentina di lavori fra disegni e oli realizzati su diversi supporti.
«Nicola Pucci dipinge galli - scrive Gianluca Marziani, che ha recentemente proposto i lavori dell’artista all’interno del prestigioso Palazzo Collicola Arti Visive di Spoleto - O meglio, dipinge anche e talvolta galli usandoli come un diapason metodico, un mantra d’allenamento, una costante privata che si risolve con tecniche e materiali variabili. Ora su carta o tela, ora su alluminio, ora con la via del disegno o della pittura a olio, ora come soggetto unico o ambientato».
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La testa regale, gli sguardi da bullo, il collo proteso, la cresta arrogante, elementi unici che Pucci coglie con un modus seicentesco del dipingere, ricreando i suoi gallismi con la minuzia che tanto piaceva nel mondo fiammingo. Dal Rinascimento al Barocco italiano, i galli sono presenti nelle scene di paesaggio e in alcune storie bibliche, nei mosaici veneziani, in diversi bassorilievi del XII secolo, nelle nature morte di svariata provenienza.Ogni volta il gallo ha incarnato una simbologia forte, un messaggio metaforico. Sfida ironica al delirio ipnotico del selfie, messaggio di universalità della pittura, segnale di uno sguardo che non ha il peso del conformismo, il mondo gallo di Nicola Pucci ammalia e coinvolge, cattura lo sguardo curioso, incita al volume onirico dei pensieri.
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