"Touroperator": Massimo Sansavini realizza opere con il legno delle barche dei migranti
In foto l'artista Massimo Sansavini mentre recupera materiali dalle barche
Il "Festival delle Letterature Migranti" (visualizza articolo di approfondimento) ospita, fino al 12 ottobre, la mostra itinerante "Touroperator" presso l’Arsenale Borbonico di Palermo, gestito dalla Sovrintendenza del Mare, Regione Sicilia. Attraverso le 30 opere di Massimo Sansavini, realizzate con il legno degli scafi delle barche dei migranti, viene raccontato il dramma delle migrazioni del XXI secolo.
Sansavini è l’unico artista ad aver ottenuto l’autorizzazione dal Tribunale di Agrigento ad accedere al cimitero delle barche di Lampedusa, nell’ex-base americana Loran: qui accanto agli scafi, ormai abbandonati, sono rimasti molti degli oggetti personali che hanno accompagnato i viaggi della speranza attraverso il Mediterraneo.
l progetto nasce per raccontare le migrazioni, come progetto didattico per le scuole sul tema, per tessere relazioni con i migranti di seconda generazione.Il legno prelevato dalle imbarcazioni abbandonate è stato trasformato dall’artista in sculture che raccontano i singoli naufragi.
Le opere della mostra, curata da Daniela Brignone, sono affiancate da fotografie scattate presso la stessa base, oltre a video e pannelli informativi e sono esposti timoni, salvagente, suppellettili e oggetti personali reperiti negli scafi.
Sansavini è l’unico artista ad aver ottenuto l’autorizzazione dal Tribunale di Agrigento ad accedere al cimitero delle barche di Lampedusa, nell’ex-base americana Loran: qui accanto agli scafi, ormai abbandonati, sono rimasti molti degli oggetti personali che hanno accompagnato i viaggi della speranza attraverso il Mediterraneo.
l progetto nasce per raccontare le migrazioni, come progetto didattico per le scuole sul tema, per tessere relazioni con i migranti di seconda generazione.Il legno prelevato dalle imbarcazioni abbandonate è stato trasformato dall’artista in sculture che raccontano i singoli naufragi.
Le opere della mostra, curata da Daniela Brignone, sono affiancate da fotografie scattate presso la stessa base, oltre a video e pannelli informativi e sono esposti timoni, salvagente, suppellettili e oggetti personali reperiti negli scafi.
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