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Lo Steri apre (di notte): visite alle carceri, alla camera semipogea e alla "Vucciria"

Balarm
La redazione

La Vucciria

Entrare allo Steri e immergersi nella storia di Palermo. E farlo di notte, in un’atmosfera quasi misteriosa, sarà un’esperienza difficile da dimenticare.

Sabato 21 settembre e nei due sabato successivi 28 settembre e 5 ottobre il palazzo dei Chiaromonte, sede del Rettorato, apre le porte la sera, su tre turni dalle 20.00 alle 22.00.

«Valorizzare, diffondere e custodire la grande storia dello Steri è un impegno che il nostro Ateneo assume ogni giorno con orgoglio e consapevolezza - commenta Massimo Midiri, Rettore dell'Università di Palermo - Questa iniziativa rappresenta una straordinaria occasione per conoscere questi tesori inestimabili, simboli della cultura di Palermo e della Sicilia conosciuti in tutto il mondo».

Ritorna quindi il progetto "Open Steri", visite guidate tematiche di CoopCulture. Due i percorsi della durata di 50 minuti ciascuna, “Anime carcerate” e “Palazzo Chiaromonte: ieri e oggi” che comprende anche lo storico Percorso Scarpa. 
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Sarà possibile scoprire i segreti della nobile famiglia che osò ribellarsi a Re Martino, e per questo fu distrutta. O ancora entrare nel palazzo che fu il simbolo di questo potere, in cui ogni pietra, ogni angolo, ogni delicata cornice, racconta per immagini più di ogni scritto, narra di nobili signori e perfidi inquisitori, di un conte ribelle che finì decapitato su ordine del suo re.

Ma anche di un complesso monumentale che non ha finito di mostrare sorprese, visto che a ogni restauro o intervento, balza fuori qualcosa di nuovo e inatteso.

Le visite saranno un’occasione imperdibile per chi vorrà calarsi nel medioevo cortese dei cortigiani e delle dame vergati sul soffitto dipinto, una vera Bibbia cavalleresca. O ancora ascoltare (virtualmente) i lamenti dei prigionieri della Santa Inquisizione che vergarono e graffiarono le pareti delle celle dimenticate.

Ma anche per chi vorrà scoprire la camera sotterranea "semipogea", la cui funzione d’origine rimane avvolta dal mistero, ma che probabilmente è l'antesignana delle “camere dello scirocco” dei nobili settecenteschi.

E si chiude con La Vucciria di Renato Guttuso che quest’anno compie il suo primo mezzo secolo: Renato Guttuso la dipinse l’1 ottobre e il 6 novembre 1974, all’epoca aveva 63 anni, viveva a Velate e aveva bisogno di tener viva la memoria del mercato che voleva rappresentare; per questo ogni giorno si faceva spedire in aereo la "robba" dal fido custode Isidoro: da Palermo a Malpensa, e da lì, subito al suo studio prima che frutta, verdura e pesce perdessero in freschezza.

Questo e altri aneddoti da scoprire nella sala immersiva allestita allo Steri, da cui la tela balza fuori, con il suo carico di colori, simboli, voci, riferimenti fotografici e biografici al pittore bagherese.
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