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"La città a sei zampe": presentazione del libro sul caso Eni con Andrea Turco

  • Arci Porco Rosso - Palermo
  • 9 febbraio 2018 (evento concluso)
  • 20.00
  • Gratuito
  • Ingresso gratuito riservato ai soci Arci, Arci Ragazzi, Arcigay, Legambiente e UISP. È possibile richiedere la tessera ARCI 2018 la sera stessa al costo di 5 euro.
Balarm
La redazione

Andrea Turco

In Italia esiste un antico e controverso rapporto tra industria, territorio e popolazione: il caso Eni a Gela ne rappresenta forse la pietra miliare. Reportage e inchiesta su di un argomento spesso titolato dalla testate giornalistiche, montato durante le campagne elettorali e mai approfondito.

Venerdì 9 Febbraio alle 20 al circolo Arci Porco Rosso a Palermo, si presenta l'ultimo libro del giornalista Andrea Turco: "La città a sei zampe. Cronaca industriale, ambientale e operaia di uno tra i maggiori petrolchimici d’Europa", edito da Villaggio Maori Edizioni. Ne discutono con l'autore Giulia Di Martino e Francesco Bellina.

Un libro che non tralascia nessun aspetto: la storia del "cane a sei zampe" e le sue politiche industriali, l’impatto ambientale e gli "omissis" in materia di prevenzione e risanamento, la trasformazione urbana e simbolica del territorio, la retorica delle istituzioni e le promesse mancate, le memorie personali, la vita operaia e l’emergenza sanitaria. Storia pubblica e privata al contempo, attuale e paradigmatica, che racconta come l’azienda di Mattei abbia affondato le sue zampe in Italia, modernizzandola e intrappolandola al tempo stesso.
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«Seguo le vicende dell'Eni da quando ne ho memoria - spiega l'autore - anche perchè sono figlio di un metalmeccanico che ha lavorato alla Raffineria di Gela per oltre 20 anni. Da quando il cane a sei zampe ha annunciato la chiusura degli impianti, il 02 luglio del 2014, ho raccontato la narrazione tossica, è proprio il caso di dirlo, che l'azienda e le istituzioni hanno continuato a fornire: per loro andava tutto bene, loro parlavano di riconversione (mai partita) e di posti di lavoro che non si sarebbero persi (e invece se ne sono persi a centinaia), parlavano di bonifiche (mai effettuate) e di palliativi spacciati per grandi soluzioni. Questo libro è il tentativo di spiegare perchè ancora Gela rimane, nonostante tutto, la città dell'Eni».
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