Le visite alla Chiesa di San Giovanni di Malta e al Museo del tesoro di San Placido a Messina

Un particolare della Chiesa di San Giovanni di Malta a Messina
Devastata dal terremoto del 1908 e rinata spezzata, dolente, ma ancora viva. Da quel cataclisma a Messina sono sopravvissuti chiese, ipogei, forti, ville, opere d’arte raccolte nel Museo regionale. Un patrimonio straordinario che, con la terza edizione de "Le Vie dei Tesori", in programma dal 13 al 29 settembre, si mostra ogni weekend con l’orgoglio della sua storia.
Miracoli, martiri, segreti: San Giovanni di Malta è un luogo magico fatto di storie. Quella di San Placido e dei suoi confratelli benedettini trucidati dai pirati nel 541; la trasformazione in sede dei Cavalieri di Malta.
Mille anni dopo, il ritrovamento casuale degli scheletri dei monaci martiri e di un’ampolla con una porzione della lingua di San Placido. Un secolo ancora e arriva il Caravaggio in fuga da Malta: il Gran Priore di San Giovanni, Antonio Martelli, gli offre un posto sicuro dove nascondersi e il Merisi, per sdebitarsi, gli dedica un ritratto.
Passano gli anni, appare una fonte miracolosa che “sgorga dalle spoglie dei martiri” e un olivastro centenario curato dalle monache. Il terremoto spazza via tutto, si salva la primissima chiesa medievale, oggi ipogeica. Il prezioso tesoro custodisce dipinti, sculture e paramenti sacri ricamati con fili d’oro.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 45 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
Miracoli, martiri, segreti: San Giovanni di Malta è un luogo magico fatto di storie. Quella di San Placido e dei suoi confratelli benedettini trucidati dai pirati nel 541; la trasformazione in sede dei Cavalieri di Malta.
Mille anni dopo, il ritrovamento casuale degli scheletri dei monaci martiri e di un’ampolla con una porzione della lingua di San Placido. Un secolo ancora e arriva il Caravaggio in fuga da Malta: il Gran Priore di San Giovanni, Antonio Martelli, gli offre un posto sicuro dove nascondersi e il Merisi, per sdebitarsi, gli dedica un ritratto.
Passano gli anni, appare una fonte miracolosa che “sgorga dalle spoglie dei martiri” e un olivastro centenario curato dalle monache. Il terremoto spazza via tutto, si salva la primissima chiesa medievale, oggi ipogeica. Il prezioso tesoro custodisce dipinti, sculture e paramenti sacri ricamati con fili d’oro.
A Messina sono 26 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 45 minuti ed è parzialmente accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 22 settembre da Palermo a Messina, al costo di 25 euro.
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