Le opere dell'artista Maurizio Ruggiano confluiscono nell'Autoterapia: la mostra da Nuvole Incontri d'Arte

"Gemelle"
La mostra personale di Maurizio Ruggiano - a cura di Luciana Rogozinski, critica d’arte e artista visiva - è una nuova tappa di un percorso che l’artista dichiara esplicitamente di autoterapia, da cui prende appunto spunto il titolo della mostra, lo stesso di quella realizzata nel 2012 nell’Oratorio di San Lorenzo, a cura di Eva Di Stefano.
Un percorso intenso e profondo che l’artista porta avanti da anni arricchendolo sempre di nuove declinazioni, invenzioni, approfondimenti, che nasce dalla propria esperienza personale e da alcune esperienze traumatiche vissute nella prima infanzia.
Nella galleria sono esposte nove tele in bilico tra pittura e scultura, realizzate con oggetti di ogni tipo recuperati tra i rifiuti: peluche, piccoli giocattoli abbandonati, scarti di vario genere, tutti incorporati nelle installazioni o inchiodati come farfalle su un fondale a strisce regolari, come un Buren da camera.
Completa la mostra un video, allestito in una piccola camera oscura, nella sala della biblioteca. Qui, uno spettatore alla volta, si viene messi di fronte al nucleo generatore del processo autoterapico, che viene evocato attraverso frammenti del film di Bunuel, "L’oscuro oggetto del desiderio".
Un percorso intenso e profondo che l’artista porta avanti da anni arricchendolo sempre di nuove declinazioni, invenzioni, approfondimenti, che nasce dalla propria esperienza personale e da alcune esperienze traumatiche vissute nella prima infanzia.
Nella galleria sono esposte nove tele in bilico tra pittura e scultura, realizzate con oggetti di ogni tipo recuperati tra i rifiuti: peluche, piccoli giocattoli abbandonati, scarti di vario genere, tutti incorporati nelle installazioni o inchiodati come farfalle su un fondale a strisce regolari, come un Buren da camera.
Completa la mostra un video, allestito in una piccola camera oscura, nella sala della biblioteca. Qui, uno spettatore alla volta, si viene messi di fronte al nucleo generatore del processo autoterapico, che viene evocato attraverso frammenti del film di Bunuel, "L’oscuro oggetto del desiderio".
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