"La Trama" di Nadia De Giorgio: profondità oscure dell'animo umano in mostra a Sciacca

Particolare di un'opera di Nadia De Giorgio
Sabato 3 agosto alle 20.00, lo Studio AR di via Friscia Maglienti a Sciacca propone l'inaugurazione della mostra dal titolo "La Trama. L'insostenibile pesantezza del vuoto" di Nadia De Giorgio.
La mostra è visitabile gratuitamente dal 3 al 24 agosto, tutti i giorni dalle 20.30 a mezzanotte.
Nadia De Giorgio, nata a Roma nel 1962, vive e lavora tra Palermo e Sciacca e indaga con la sua ricerca sull'enigmatico paradosso dei sistemi sociali che muovono i fili di ogni relazione ed interazione umana.
Tutte infrastrutture universali che, secondo l'artista, sono spesso falsate da una farraginosa maschera etica da destrutturare e rimodulare in un continuo interrogarsi sui significati intimi e simbolici della realtà.
La mostra si compone di una selezione di opere che tessono insieme la trama di un intricato sottobosco narrativo che mette in luce gli insensati meccanismi sociali che orbitano attorno al concetto di "non detto", evidenziando come quest'ultimo possa essere utilizzato per nascondere abusi, ingiustizie e violazioni dei diritti umani.
In questo ciclo di lavori, Nadia De Giorgio esplora le profondità oscure dell'animo umano, trasformando le angosce e le ferite del tacere in un grido di denuncia contro l'orrida quiete generata dal malsano istinto di autoconservazione e di sopravvivenza dell'uomo.
La mostra è visitabile gratuitamente dal 3 al 24 agosto, tutti i giorni dalle 20.30 a mezzanotte.
Nadia De Giorgio, nata a Roma nel 1962, vive e lavora tra Palermo e Sciacca e indaga con la sua ricerca sull'enigmatico paradosso dei sistemi sociali che muovono i fili di ogni relazione ed interazione umana.
Tutte infrastrutture universali che, secondo l'artista, sono spesso falsate da una farraginosa maschera etica da destrutturare e rimodulare in un continuo interrogarsi sui significati intimi e simbolici della realtà.
La mostra si compone di una selezione di opere che tessono insieme la trama di un intricato sottobosco narrativo che mette in luce gli insensati meccanismi sociali che orbitano attorno al concetto di "non detto", evidenziando come quest'ultimo possa essere utilizzato per nascondere abusi, ingiustizie e violazioni dei diritti umani.
In questo ciclo di lavori, Nadia De Giorgio esplora le profondità oscure dell'animo umano, trasformando le angosce e le ferite del tacere in un grido di denuncia contro l'orrida quiete generata dal malsano istinto di autoconservazione e di sopravvivenza dell'uomo.
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