La Pasqua a Casa Florio: alla scoperta della Palazzina dei Quattro Pizzi

La Palazzina dei Quattro Pizzi all'Arenella di Palermo
La Palazzina dei Quattro Pizzi, progettata dall’architetto Carlo Giachery in stile neogotico, è uno scrigno della memoria ricco di affascinanti cimeli che raccontano la storia dell’illustre famiglia che rese grande Palermo.
L'appuntamento è per domenica 21 aprile dalle 10 alle 14, con ultimo ingresso alle 13.20.
La struttura fu acquistata a metà Ottocento dalla famiglia Florio che ne commissionò al giovane architetto padovano Carlo Giachery la riconfigurazione di un'antica tonnara a residenza.
Ne nacque l’originale edificio conosciuto come i "Quattro Pizzi", per via delle quattro torrette angolari cuspidate che lo caratterizzano nel tipico “Gothic Revival” inglesizzante che andava di moda a Palermo in quell’epoca.
Tra le opere del Giachery i Quattro Pizzi rappresentano un unicum in quanto costituiscono l’unica costruzione in stile neogotico da lui progettata, e ciò conferma quanto l’influenza di Vincenzo Florio sia stata determinante nelle scelte progettuali.
L’interno dell’edificio ispira la massima suggestione con la fastosa e raffinata decorazione della sala del primo piano che segna il passaggio tra l’architettura anglosassone presente all’esterno e quella di stile revivalistico del periodo ruggeriano a cui fanno riferimento le scelte decorative ed i valori cromatici dell’interno.
Lo zar di Russia Nicola I assieme alla zarina Alessandra e la figlia granduchessa Olga in visita a Casa Florio nel 1845, rimasero talmente affascinati da tanto splendore al punto di volere anche in patria una decorazione così composita delle volte: ne commissionarono una copia identica da riprodurre nella loro residenza imperiale di San Pietroburgo che chiamarono “sala Renella”.
L’incantevole residenza, ultima testimonianza immobile della potenza economica dei Florio, si è salvata dal disfacimento grazie a donna Lucie Henry seconda moglie dell’ultimo della dinastia dei Florio, Vincenzo jr (l’ideatore della leggendaria “Targa Florio”).
Fino al 2016, la casa apparteneva alla signora Silvana Paladino, vedova di Cecè Paladino, la cui nonna sposò in seconde nozze Vincenzo Florio: un matrimonio che diede figli
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