L’istituto per ciechi indigenti di Catania: visite all'edificio voluto dal filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni

Istituto per ciechi Ardizzone Gioeni (Catania)
Katane – questo uno dei nomi d’origine di Catania, che in greco antico significa “grattugia”, probabilmente per le irregolarità del territorio lavico su cui sorge – fu distrutta più volte da eruzioni, terremoti e invasioni. Quella che vediamo oggi è il risultato dell’ultima splendida ricostruzione del 1693. "Le Vie dei Tesori", quest’anno dal 4 ottobre al 3 novembre, apre oltre quaranta luoghi: anfiteatri, chiese, cupole, palazzi nobiliari: un’occasione unica per scoprire una città dall’inconsueta bellezza.
L’edificio nasce alla fine dell’Ottocento: è il filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni che, con testamento segreto, indicava come erede universale del suo ingente patrimonio, un “ospiziospedale in sollievo dei ciechi indigenti d’ambo i sessi”.
L’istituto venne così progettato da due tra i migliori architetti dell’epoca, Filadelfo Fichera e suo figlio Francesco che, alla morte del padre, completò l’istituto nel 1911, quando fu inaugurato dai sovrani Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, alla presenza del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e del cardinale Giuseppe Francica Nava.
È un vero gioiello nascosto, noto solo a chi ne avesse bisogno, con un chiostro neogotico e una chiesetta con strani mosaici. Una curiosità: sul soffitto si scoprono due stelle di David. La corte interna, una delle più grandi della città, è circondata da portici; l’edificio richiama i palazzi nobiliari con belle scale di marmo, antichi lampadari, lunghi e ampi corridoi. La biblioteca conserva oltre 23 mila volumi, di cui 18 mila in scrittura Braille.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
L’edificio nasce alla fine dell’Ottocento: è il filantropo Tommaso Ardizzone Gioeni che, con testamento segreto, indicava come erede universale del suo ingente patrimonio, un “ospiziospedale in sollievo dei ciechi indigenti d’ambo i sessi”.
L’istituto venne così progettato da due tra i migliori architetti dell’epoca, Filadelfo Fichera e suo figlio Francesco che, alla morte del padre, completò l’istituto nel 1911, quando fu inaugurato dai sovrani Vittorio Emanuele III ed Elena di Montenegro, alla presenza del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e del cardinale Giuseppe Francica Nava.
È un vero gioiello nascosto, noto solo a chi ne avesse bisogno, con un chiostro neogotico e una chiesetta con strani mosaici. Una curiosità: sul soffitto si scoprono due stelle di David. La corte interna, una delle più grandi della città, è circondata da portici; l’edificio richiama i palazzi nobiliari con belle scale di marmo, antichi lampadari, lunghi e ampi corridoi. La biblioteca conserva oltre 23 mila volumi, di cui 18 mila in scrittura Braille.
A Catania sono più di 40 i siti aperti al pubblico (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 20 minuti ed è accessibile ai disabili. Sono previsti dei pullman su prenotazione il 6 e il 27 ottobre da Palermo a Catania, al costo di 20 euro.
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