L’arte segreta di Salvatore Quasimodo: 27 acquerelli in esclusiva a Palermo
Da sinistra Carola Arrivas Bajardi, Evelina De Castro (direttore del Museo Riso), l'assessore Francesco Paolo Scarpinato e Rosaria Raffaele Addamo
A partire da venerdì 6 dicembre, l’esposizione riunisce, per la prima volta dopo oltre trent’anni, i 27 acquerelli realizzati nel 1953 dal Premio Nobel per la Letteratura.
Salvatore Quasimodo, conosciuto per la sua poesia evocativa e la profondità lirica, si cimentò in modo sporadico con l’arte visiva.
Le 27 gouaches esposte nacquero quasi per gioco, in un contesto amichevole e intellettuale.
Nel 1953, durante un incontro nello studio milanese del poeta, l’amico Alberto Lùcia portò con sé una scatola di colori destinata al drammaturgo Beniamino Joppolo.
La curiosità spinse Quasimodo a provare, dando vita a una serie di piccole composizioni astratte che, con il tempo, acquisirono una profondità inaspettata.
L’iniziale intento di distruggere le opere fu fermato proprio da Lùcia, che le custodì gelosamente fino a renderle un prezioso lascito culturale.
Nel 1993, Alessandro Quasimodo, figlio del poeta, associò queste gouaches ad altrettante poesie unite dalla parola "cuore", pubblicando una raccolta unica.
Le opere, rimaste per cinquant’anni in una banca tedesca, tornano adesso in Sicilia, offrendo al pubblico un’occasione irripetibile per ammirarle nella loro unicità.
La mostra sarà visitabile fino al 31 dicembre 2024 presso il Museo regionale d’arte moderna e contemporanea Riso
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