L'arte di rinascere (con la ceramica): "Il Kinstugi" nella vetrina d'artista del Museo Riso
Krista Kinstugi
Rinascere a nuova vita tramite la ceramica: una crepa, un taglio, una sbeccatura diventano elementi da cui fuoriesce l’anima dell’oggetto. Che l’artista riesce a cogliere e a far suo.
Dal 15 ottobre all'1 novembre c'è una nuova vetrina d’artista su strada a Palermo.
A Palazzo Belmonte Riso che ospita RISO – Museo d’arte contemporanea della Sicilia - è in mostraa "La rinascita della ceramica: il Kintsugi a Palermo” di Krista Arte & Kintsugi, in collaborazione con CoopCulture. Le vetrine d’artista sono un progetto curato da Patrizia Italiano per Coopculture.
“Dare spazio all’arte e all’artigianato nelle vetrine del Museo è un modo per proteggere e mettere in risalto le piccole produzioni di qualità, le idee, le competenze e le esperienze degli artigiani, diffondendo cultura della bellezza e delle identità territoriali” spiega la Italiano.
Kintsugi è una parola composta da un nome e un verbo: oro e ricongiungere.
Tutto passa attraverso una tecnica di restauro millenaria della tradizione giapponese che l’artista utilizza a regola d’arte.
IL PROGETTO
L’intento di Krista è quello di animare le ceramiche, farle brillare di luce propria, creare emozioni in chi le osserva.
E’ il Kintsugi la chiave con cui l’artista riesce a comunicare il progetto: quella rinascita che ultimamente, in tutta l’isola, si respira e si manifesta con prepotenza in diversi ambiti, e in special modo nell’arte e nella cultura in generale. Infatti una sezione della mostra di Krista è dedicata proprio alla sua Sicilia.
Tutte le opere esposte sono pezzi unici, realizzati da artigiani-ceramisti su oggetti in ceramica, gres, vetro, maiolica; considerati inutilizzabili per rotture accidentali, sbeccature, tagli, gli oggetti attraverso il Kintsugi riacquistano quell’anima che l’artigiano aveva trasmesso nel crearli: in tal modo ogni opera potrà essere usata nuovamente recuperandone la sua funzione originaria, rinascendo di fatto con una veste nuova, ritornando a ‘vivere’ senza nascondere le sue ferite.
Il Kintsugi permette di entrare in una dimensione mentale fatta di resilienza e forza. Ogni cicatrice dorata è in grado di destare sensazioni, emozioni, ricordi.
Dal 15 ottobre all'1 novembre c'è una nuova vetrina d’artista su strada a Palermo.
A Palazzo Belmonte Riso che ospita RISO – Museo d’arte contemporanea della Sicilia - è in mostraa "La rinascita della ceramica: il Kintsugi a Palermo” di Krista Arte & Kintsugi, in collaborazione con CoopCulture. Le vetrine d’artista sono un progetto curato da Patrizia Italiano per Coopculture.
“Dare spazio all’arte e all’artigianato nelle vetrine del Museo è un modo per proteggere e mettere in risalto le piccole produzioni di qualità, le idee, le competenze e le esperienze degli artigiani, diffondendo cultura della bellezza e delle identità territoriali” spiega la Italiano.
Kintsugi è una parola composta da un nome e un verbo: oro e ricongiungere.
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Maria Cristina Azzarello, in arte Krista, si ricongiunge così alle sue origini e al caldo sole della Sicilia, che avvolge tutto con la sua luce dorata. Nata e cresciuta in Lombardia, Krista è figlia di genitori siciliani ed è attraverso il Kintsugi, appunto, che è riuscita a creare un legame con la sua terra d’origine dove oggi si propone come artista sui generis. Krista fa rinascere gli oggetto restituendo loro l’anima.Tutto passa attraverso una tecnica di restauro millenaria della tradizione giapponese che l’artista utilizza a regola d’arte.
IL PROGETTO
L’intento di Krista è quello di animare le ceramiche, farle brillare di luce propria, creare emozioni in chi le osserva.
E’ il Kintsugi la chiave con cui l’artista riesce a comunicare il progetto: quella rinascita che ultimamente, in tutta l’isola, si respira e si manifesta con prepotenza in diversi ambiti, e in special modo nell’arte e nella cultura in generale. Infatti una sezione della mostra di Krista è dedicata proprio alla sua Sicilia.
Tutte le opere esposte sono pezzi unici, realizzati da artigiani-ceramisti su oggetti in ceramica, gres, vetro, maiolica; considerati inutilizzabili per rotture accidentali, sbeccature, tagli, gli oggetti attraverso il Kintsugi riacquistano quell’anima che l’artigiano aveva trasmesso nel crearli: in tal modo ogni opera potrà essere usata nuovamente recuperandone la sua funzione originaria, rinascendo di fatto con una veste nuova, ritornando a ‘vivere’ senza nascondere le sue ferite.
Il Kintsugi permette di entrare in una dimensione mentale fatta di resilienza e forza. Ogni cicatrice dorata è in grado di destare sensazioni, emozioni, ricordi.
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