Il villaggio fantasma abitato solo da un ergastolano: la visita nel borgo abbandonato
Il Borgo Riena a Corleone (foto de Le Vie dei Tesori)
In occasione della nuova edizione de "Le VIe dei Tesori" Corleone si racconta nel segno dell’antimafia, guarda alla storia recente ma la ribalta e riscrive il suo territorio.
Tra le esperienze del festival, due siti che sono vere ghost town, si visiteranno con l'associazione Ascosi Lasciti.
«Il patrimonio abbandonato in Sicilia è di vario genere, noi portiamo alla luce questi siti e con Le Vie dei Tesori conduciamo visite di conoscenza - spiega Cristiano La Mantia -. Non sono i soliti luoghi, ma siti decadenti, non puliti, lontani dai centri abitati, ma sono comunque un racconto della nostra storia.
Uno dei due siti fantasma è Borgo Riena, a una trentina di chilometri da Santo Stefano di Quisquina, solitario in mezzo ai campi di grano.
Come l'altro borgo inserito nelle passeggiate della manifestazione, anche questo è nato tra il 1941-1942: scuola, chiesa, uffici pubblici, indirizzati ai contadini non abbienti per spingerli a coltivare terreni lontani dai centri abitati.
Giunti nei pressi di Santo Stefano di Quisquina e Borgo Riena appare proprio dalla strada, in mezzo ai campi di grano: è uno dei villaggi fantasma emblema delle speranze fasciste di riqualificazione del territorio.
Nel 1941-1942 il Governo struttura un piano di colonizzazione del latifondo siciliano (che nel 1950 sarebbe stato ripreso dall’Eras, l’Ente per la Riforma agraria in Sicilia) e mette mano a piccoli villaggi residenziali forniti di servizi essenziali.
Scuola, chiesa, uffici pubblici, indirizzati ai contadini non abbienti per spingerli a coltivare terreni lontani dai centri abitati. Borgo Riena non fu mai completato, e abbandonato nel 1950 e da allora, racconta una leggenda, fu abitato soltanto da tal Totò Militello, condannato all’ergastolo che così evitò la condanna.
Arrivare qui vuol dire calarsi in un ambiente surreale, fuori dal tempo, tra ruderi, ambienti abbandonati, finestre divelte e animali in libertà.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 8 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line.
A chi prenota viene inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà solo se ci sono posti disponibili.
I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Nei luoghi disponibili solo ticket da 3 euro.
Tra le esperienze del festival, due siti che sono vere ghost town, si visiteranno con l'associazione Ascosi Lasciti.
«Il patrimonio abbandonato in Sicilia è di vario genere, noi portiamo alla luce questi siti e con Le Vie dei Tesori conduciamo visite di conoscenza - spiega Cristiano La Mantia -. Non sono i soliti luoghi, ma siti decadenti, non puliti, lontani dai centri abitati, ma sono comunque un racconto della nostra storia.
Uno dei due siti fantasma è Borgo Riena, a una trentina di chilometri da Santo Stefano di Quisquina, solitario in mezzo ai campi di grano.
Come l'altro borgo inserito nelle passeggiate della manifestazione, anche questo è nato tra il 1941-1942: scuola, chiesa, uffici pubblici, indirizzati ai contadini non abbienti per spingerli a coltivare terreni lontani dai centri abitati.
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Borgo Riena non fu mai completato, e abbandonato nel 1950 e da allora, racconta una leggenda, fu abitato soltanto da tal Totò Militello, condannato all’ergastolo che così evitò la condanna.Giunti nei pressi di Santo Stefano di Quisquina e Borgo Riena appare proprio dalla strada, in mezzo ai campi di grano: è uno dei villaggi fantasma emblema delle speranze fasciste di riqualificazione del territorio.
Nel 1941-1942 il Governo struttura un piano di colonizzazione del latifondo siciliano (che nel 1950 sarebbe stato ripreso dall’Eras, l’Ente per la Riforma agraria in Sicilia) e mette mano a piccoli villaggi residenziali forniti di servizi essenziali.
Scuola, chiesa, uffici pubblici, indirizzati ai contadini non abbienti per spingerli a coltivare terreni lontani dai centri abitati. Borgo Riena non fu mai completato, e abbandonato nel 1950 e da allora, racconta una leggenda, fu abitato soltanto da tal Totò Militello, condannato all’ergastolo che così evitò la condanna.
Arrivare qui vuol dire calarsi in un ambiente surreale, fuori dal tempo, tra ruderi, ambienti abbandonati, finestre divelte e animali in libertà.
COME PARTECIPARE
Per partecipare a Le Vie dei Tesori basta acquisire il coupon per l’ingresso con visita guidata sul www.leviedeitesori.it o negli infopoint allestiti durante il Festival in ogni città. Un coupon da 18 euro è valido per 10 visite, da 10 euro per 4 visite e da 3 euro è valido per un singolo ingresso. Per le passeggiate è previsto un coupon da 8 euro. Per le esperienze, i coupon sono di valore variabile. Consigliata la prenotazione on line.
A chi prenota viene inviata per mail una pagina con un codice QR con giorno/orario di prenotazione da mostrare all’ingresso dei luoghi sul proprio smartphone o stampata. In alternativa, ci si può presentare all’ingresso dei luoghi mostrando la pagina con il codice QR ricevuta via mail al momento dell’acquisto, ma si entrerà solo se ci sono posti disponibili.
I coupon non sono personali e possono essere utilizzati da più visitatori, anche simultaneamente e in posti diversi, fino a esaurimento del loro valore. Nei luoghi disponibili solo ticket da 3 euro.
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