Il tesoro dei gesuiti tra codici greci e arabi: visite alla Biblioteca regionale Bombace di Palermo

La Biblioteca regionale "Alberto Bombace" a Palermo (foto di Igor Petyx)
Oltre un milione di volumi, alcuni straordinariamente preziosi e antichi, codici arabi, greci e latini, come il “Libro delle Palme” in arabo e le “Lettere di San Paolo” in greco: la Biblioteca regionale offre un viaggio nella memoria già a iniziare dal luogo che la ospita, l’ex Collegio Massimo della Compagnia di Gesù e la chiesa barocca di santa Maria della Grotta, vera “Domus studiorum”.
La Regia Biblioteca fu inaugurata il 15 novembre 1782, per ordine di Ferdinando I, ma il merito della sua nascita è del principe di Torremuzza, Gabriele Lancillotto Castelli, che chiamò l’architetto Venanzio Marvuglia.
A dirigere la nuova biblioteca reale fu chiamato il padre teatino Giuseppe Sterzinger, e il primo fondo fu costituito dai resti della biblioteca dei Gesuiti. Durante la guerra il sito fu bombardato – sotto, c’è ancora l’ampio rifugio, che si visita a parte – la scaffalatura lignea del Marvuglia andò perduta e i libri vennero trasferiti a palazzo Mazzarino fino al 1948. Nel 1979 un nuovo crollo e altri importanti lavori.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
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