"Il raffinato sfarzo dei mercanti catalani": la visita alla Chiesa di Maria SS. Annunziata a Messina

Chiesa di Maria SS. Annunziata dei Catalani a Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Bella e suggestiva chiesa d’impianto normanno, con forti influenze bizantine e arabe, la Chiesa di Maria SS. Annunziata dei Catalani è una delle massime espressioni dell’arte siciliana medievale. Venne edificata nel XII secolo come Cappella reale e poi ebbe tante vicissitudini. Gestita dai padri teatini e in seguito dai domenicani, alla fine del 1400 fu ceduta alla Confraternita dei mercanti catalani, dalla quale prese il nome.
La Sicilia faceva parte della “rotta delle isole” e i ricchi spagnoli avevano una fiorente comunità in riva allo Stretto. Da quel momento e nei due secoli successivi, la chiesa fu abbellita e impreziosita con opere d’arte, alcune delle quali attualmente custodite nel Museo regionale della città e nel Museo di Capodimonte. Come si presenta oggi l’edificio è a una quota più bassa rispetto al livello stradale, perché, dopo il 1908, la città nuova sorse sullo strato di macerie. All’interno particolare attenzione all'icona della Madonna della Scala con rivestimento argenteo, al crocifisso nero del XV secolo e alla tela dell'Immacolata del 1608.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Bella e suggestiva chiesa d’impianto normanno, con forti influenze bizantine e arabe, la Chiesa di Maria SS. Annunziata dei Catalani è una delle massime espressioni dell’arte siciliana medievale. Venne edificata nel XII secolo come Cappella reale e poi ebbe tante vicissitudini. Gestita dai padri teatini e in seguito dai domenicani, alla fine del 1400 fu ceduta alla Confraternita dei mercanti catalani, dalla quale prese il nome.
La Sicilia faceva parte della “rotta delle isole” e i ricchi spagnoli avevano una fiorente comunità in riva allo Stretto. Da quel momento e nei due secoli successivi, la chiesa fu abbellita e impreziosita con opere d’arte, alcune delle quali attualmente custodite nel Museo regionale della città e nel Museo di Capodimonte. Come si presenta oggi l’edificio è a una quota più bassa rispetto al livello stradale, perché, dopo il 1908, la città nuova sorse sullo strato di macerie. All’interno particolare attenzione all'icona della Madonna della Scala con rivestimento argenteo, al crocifisso nero del XV secolo e alla tela dell'Immacolata del 1608.
La visita ha una durata di 30 minuti e non è accessibile ai disabili.
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