I marchingegni nascosti voluti dai Borbone: le visite alla Casina Cinese di Palermo

La Real Casina Cinese di Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Orientaleggiante, colma di volute, ghirigori, guglie, specchi e affreschi con scene popolate da leggiadre damine con gli occhi a mandorla. La Casina Cinese è frutto della passione per l’Orientalismo che contagiò re Borbone Ferdinando IV, e soprattutto la regina Maria Carolina, in fuga da Napoli nel 1798.
L’architetto Marvuglia costruì la casina in muratura, mantenendo lo stile di un preesistente edificio in legno (la Villa delle Campanelle del barone della Scala), con pagode, e scale a lumaca e decori orientali. Nel seminterrato si trova la sala da ballo.
Al piano superiore la sala del ricevimenti con la “tavola matematica”, un dispositivo che consente il saliscendi dei piatti dalle cucine sottostanti: un marchingegno in fase di restauro (anche con il contributo de Le Vie dei Tesori) e che potrà essere eccezionalmente visitato, con i famosi cunicoli, pressoché sconosciuti al pubblico, che collegano la villa alla cappella e alle ex cucine, che oggi ospitano il Museo etnografico Pitrè, chiuso per ristrutturazione.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 45 minuti e non è accessibile ai disabili.
Orientaleggiante, colma di volute, ghirigori, guglie, specchi e affreschi con scene popolate da leggiadre damine con gli occhi a mandorla. La Casina Cinese è frutto della passione per l’Orientalismo che contagiò re Borbone Ferdinando IV, e soprattutto la regina Maria Carolina, in fuga da Napoli nel 1798.
L’architetto Marvuglia costruì la casina in muratura, mantenendo lo stile di un preesistente edificio in legno (la Villa delle Campanelle del barone della Scala), con pagode, e scale a lumaca e decori orientali. Nel seminterrato si trova la sala da ballo.
Al piano superiore la sala del ricevimenti con la “tavola matematica”, un dispositivo che consente il saliscendi dei piatti dalle cucine sottostanti: un marchingegno in fase di restauro (anche con il contributo de Le Vie dei Tesori) e che potrà essere eccezionalmente visitato, con i famosi cunicoli, pressoché sconosciuti al pubblico, che collegano la villa alla cappella e alle ex cucine, che oggi ospitano il Museo etnografico Pitrè, chiuso per ristrutturazione.
A Palermo sono 18 le visite dei luoghi su prenotazione (guarda i siti aperti). La visita ha una durata di 45 minuti e non è accessibile ai disabili.
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