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È stata una delle colonie greche in Sicilia: riapre alle visite l'area archeologica di Solunto

  • Parco archeologico Solunto - Santa Flavia (Pa)
  • Dal 17 agosto al 30 settembre 2020 (evento concluso)
  • Dalle 9.30 alle 18.00 (da martedì a sabato), dalle 9.30 alle 13.00 (domenica e i festivi)
  • Da 2 a 4 euro
  • Prenotazione on-line attraverso l’App Youline.
Balarm
La redazione

Le colonne di Solunto che fa parte del parco archeologico di Himera (foto fb Parco archeologico Himera)

Restituita alla fruibilità pubblica l’area archeologica di Solunto e l’Antiquarium che si trovano nel territorio di Santa Flavia.

Solunto fu una delle tre colonie fenicie, con Mozia e Palermo, fondate nella Sicilia occidentale. Sorta sul promontorio di Sòlanto, e distrutta dal siracusano Dionisio I agli inizi del IV secolo a.C., la città punica fu ricostruita sulle pendici del vicino Monte Catalfano nel corso del IV sec. a.C. Alla metà del III secolo, in seguito alla prima guerra punica, passò definitivamente sotto il dominio romano.

L’area archeologica rimane aperta al pubblico da martedì a sabato dalle 9.30 alle 18.00, le domeniche e i festivi dalle 9.30 alle 13.00. La durata della visita è di un’ora.

Al fine di consentire il rispetto delle prescrizioni previste dal contenimento dell’emergenza Covid ed evitare assembramenti, è consigliato effettuare la prenotazione on-line attraverso l’App Youline.

«Con Solunto – dice Alberto Samonà, assessore dei beni culturali e dell’Identità Siciliana – si mette un altro importante tassello che ci consente di restituire alla piena fruizione tutti i siti archeologici della provincia di Palermo. La riapertura dei luoghi della cultura è stato, ed è, impegno prioritario del Governo Musumeci che, attraverso la restituzione ai siciliani del proprio patrimonio storico e culturale ha voluto manifestare il desiderio di ripartire dalla bellezza come valore cui ancorare la ripresa delle attività della nostra terra.

La riapertura dei siti della cultura – precisa l’assessore Samonà – non è per nulla un fatto meccanico ma costituisce un impegno notevole, sia sotto il profilo delle risorse umane che degli oneri economici aggiuntivi, che il Dipartimento dei Beni Culturali sta affrontando con grande diligenza».
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