È l'opera più famosa di Dostoevskij: "Idiota" in scena al Teatro Atlante di Palermo
Costantino Buttitta
La nuova stagione del Teatro Atlante di Palermo prosegue con il programma di "Cerchi Orizzonti" e va in scena con uno spettacolo tratto da "L'idiota" di Fëdor Dostoevskij.
Si intitola proprio "Idiota" lo spettacolo teatrale in programma domenica 17 novembre (in doppia replica, alle 18.00 e alle 20.30) che vede in scena l'attore e performer Costantino Buttitta, per la regia di Emilio Ajovalasit in una nuova produzione di Teatro Atlante
Lo spettacolo è tratto dai capitoli V e VI dell'opera di Dostoevskij.
Il Principe Lev Nikolaevic Miskin, protagonista e “idiota” della storia, si trova nel salone di casa Epancin e instaura un dialogo-monologo identificando nel pubblico i suoi interlocutori: Elizaveta Prokofevna Epancina (la padrona di casa) e le sue tre figlie.
Il pezzo si snoda attraverso i temi dell'etica, della pena di morte, la malattia, l'accettazione del diverso, l'amore e la pietà, l'alienazione e la salute mentale dipanandosi tra momenti di intensa emotività, leggerezza e spunti filosofici taglienti.
Il cuore della narrazione è la storia di Marie, una giovane emarginata e disprezzata per le sue scelte di vita dalla comunità di un povero paese di provincia, in cui Miskin ha vissuto per anni per curare la sua epilessia.
L'azione scenica è interrotta da intermezzi ritmici e momenti surreali in cui la luce fragile dell'io narrante viene frammentata e appannata dalla crudezza del mondo circostante.
Il linguaggio scelto da Buttitta per adattare il testo di Dostoevskij e la regia di Emilio Ajovalasit aggiungono uno strato di emotività stralunata, mirando a creare una performance teatrale coinvolgente e profonda.
Si intitola proprio "Idiota" lo spettacolo teatrale in programma domenica 17 novembre (in doppia replica, alle 18.00 e alle 20.30) che vede in scena l'attore e performer Costantino Buttitta, per la regia di Emilio Ajovalasit in una nuova produzione di Teatro Atlante
Lo spettacolo è tratto dai capitoli V e VI dell'opera di Dostoevskij.
Il Principe Lev Nikolaevic Miskin, protagonista e “idiota” della storia, si trova nel salone di casa Epancin e instaura un dialogo-monologo identificando nel pubblico i suoi interlocutori: Elizaveta Prokofevna Epancina (la padrona di casa) e le sue tre figlie.
Il pezzo si snoda attraverso i temi dell'etica, della pena di morte, la malattia, l'accettazione del diverso, l'amore e la pietà, l'alienazione e la salute mentale dipanandosi tra momenti di intensa emotività, leggerezza e spunti filosofici taglienti.
Il cuore della narrazione è la storia di Marie, una giovane emarginata e disprezzata per le sue scelte di vita dalla comunità di un povero paese di provincia, in cui Miskin ha vissuto per anni per curare la sua epilessia.
L'azione scenica è interrotta da intermezzi ritmici e momenti surreali in cui la luce fragile dell'io narrante viene frammentata e appannata dalla crudezza del mondo circostante.
Il linguaggio scelto da Buttitta per adattare il testo di Dostoevskij e la regia di Emilio Ajovalasit aggiungono uno strato di emotività stralunata, mirando a creare una performance teatrale coinvolgente e profonda.
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