"Destudio": l'ironica riflessione sull'arte e sull'eredità della pittura dei Laboratorio Saccardi

I Laboratorio Saccardi propongono una riflessione sull'arte condotta a partire dallo studio e si concentrano sulla storia dell’arte e sull’eredità della pittura, agganciandole a un sistema di connessioni tra autori, riferimenti e metodi.
Oltre a una selezione di dipinti realizzati negli ultimi anni (alcuni dei quali mai esposti prima), i Laboratorio Saccardi presentano anche una serie di nuovi lavori in ceramica – prodotti da Spaziocentotre – che dialogano con gli oggetti antichi e moderni presenti nello spazio.
L’occasione è quella di un trasloco vero e proprio: come se le opere e il contesto nel quale erano inserite fino a poco tempo fa transitassero all'interno della galleria palermitana Spaziocentotre Arte Contemporanea. Lo studio è dunque strettamente collegato all'idea della pittura, al punto da esserne direttamente costruito.
La tradizione, a volte ingombrante, dell’arte italiana e internazionale viene gestita con il piglio ironico e dissacrante che caratterizza questi artisti fin dai loro esordi: nelle loro mani, Morandi, de Chirico, Fontana, Manzoni, Modigliani, Pollock, Monet, Trombadori, Schifano, Boetti e altri, collidono l'uno con l'altro e si trasformano in qualcos'altro, in una ricerca personale e originale calata nel contemporaneo.
La mostra sviluppa sempre una differente percezione della storia e della memoria artistica in base alla quale il contemporaneo autentico consiste nel collasso delle dimensioni temporali e gli oggetti antiquari incontrano in modo spontaneo gli oggetti contemporanei, nella convinzione che sia sempre la relazione attiva a determinare e a descrivere il presente.
Oltre a una selezione di dipinti realizzati negli ultimi anni (alcuni dei quali mai esposti prima), i Laboratorio Saccardi presentano anche una serie di nuovi lavori in ceramica – prodotti da Spaziocentotre – che dialogano con gli oggetti antichi e moderni presenti nello spazio.
L’occasione è quella di un trasloco vero e proprio: come se le opere e il contesto nel quale erano inserite fino a poco tempo fa transitassero all'interno della galleria palermitana Spaziocentotre Arte Contemporanea. Lo studio è dunque strettamente collegato all'idea della pittura, al punto da esserne direttamente costruito.
La tradizione, a volte ingombrante, dell’arte italiana e internazionale viene gestita con il piglio ironico e dissacrante che caratterizza questi artisti fin dai loro esordi: nelle loro mani, Morandi, de Chirico, Fontana, Manzoni, Modigliani, Pollock, Monet, Trombadori, Schifano, Boetti e altri, collidono l'uno con l'altro e si trasformano in qualcos'altro, in una ricerca personale e originale calata nel contemporaneo.
La mostra sviluppa sempre una differente percezione della storia e della memoria artistica in base alla quale il contemporaneo autentico consiste nel collasso delle dimensioni temporali e gli oggetti antiquari incontrano in modo spontaneo gli oggetti contemporanei, nella convinzione che sia sempre la relazione attiva a determinare e a descrivere il presente.
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