"Danza e mistero": al Teatro Libero un raffinato percorso coreografico in omaggio a Charlotte Bachrach

La danzatrice Charlotte Bachrach
È un vero e proprio omaggio alla danzatrice belga Charlotte Bachrach il nuovo spettacolo che va in scena il 16 marzo al Teatro Libero di Palermo, "Danza e Mistero".
Inquadrato nella stagione artistica #Inoltrarsi del Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo è di Tiziana Arnaboldi ed è prodotto dalla compagnia Arnaboldi di Ascona in Svizzera. Sul palco salgono le danzatrici Marta Ciappina, Eleonora Ciocchini, Valentina Moar e il danzatore Faustino Blanchut.
L'idea è quella di tributare Charlotte Bachrach, che ha dato vita alla danza sacra. Lo spettacolo ha un valore aggiunto: c'è infatti un file rouge, che unisce Tiziana Arnaboldi alla famosa danzatrice belga.
Il padre della Bachrach, nel 1928, commissionò al famoso architetto razionalista Weidemeyer la costruzione del Teatro San Materno di Ascona, attuale luogo di residenza della compagnia di Tiziana Arnaboldi: c'è dunque una connessione che passa attraverso il luogo e lo spazio di concezione della sua danza che qui si fa omaggio.
Sulla scena tre danzatrici disegnano nello spazio la magica forza creatrice di Charlotte Bara attraverso lo studio delle sue posture gotiche tanto esaltate da scrittori, poeti e pittori.
Le tre performer intraprendono così un sincero dialogo con il gesto della danzatrice, lo esaltano, lo frazionano, ne studiano i nessi e i sensi, trasponendolo in una partitura contemporanea, dove le musiche – Bach, Saint-Saëns, e rielaborazioni sonore di Casappa – scandiscono un viaggio nella sacralità che nasce dal buio, attraversa la gestualità del corpo, oltrepassa la luce fino ad arrivare a un gioco finale con la morte.
Inquadrato nella stagione artistica #Inoltrarsi del Teatro Libero di Palermo, lo spettacolo è di Tiziana Arnaboldi ed è prodotto dalla compagnia Arnaboldi di Ascona in Svizzera. Sul palco salgono le danzatrici Marta Ciappina, Eleonora Ciocchini, Valentina Moar e il danzatore Faustino Blanchut.
L'idea è quella di tributare Charlotte Bachrach, che ha dato vita alla danza sacra. Lo spettacolo ha un valore aggiunto: c'è infatti un file rouge, che unisce Tiziana Arnaboldi alla famosa danzatrice belga.
Il padre della Bachrach, nel 1928, commissionò al famoso architetto razionalista Weidemeyer la costruzione del Teatro San Materno di Ascona, attuale luogo di residenza della compagnia di Tiziana Arnaboldi: c'è dunque una connessione che passa attraverso il luogo e lo spazio di concezione della sua danza che qui si fa omaggio.
Sulla scena tre danzatrici disegnano nello spazio la magica forza creatrice di Charlotte Bara attraverso lo studio delle sue posture gotiche tanto esaltate da scrittori, poeti e pittori.
Le tre performer intraprendono così un sincero dialogo con il gesto della danzatrice, lo esaltano, lo frazionano, ne studiano i nessi e i sensi, trasponendolo in una partitura contemporanea, dove le musiche – Bach, Saint-Saëns, e rielaborazioni sonore di Casappa – scandiscono un viaggio nella sacralità che nasce dal buio, attraversa la gestualità del corpo, oltrepassa la luce fino ad arrivare a un gioco finale con la morte.
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