Da Pasolini a Wilkins, il cinema racconta Socotra: dieci giorni di proiezioni all'Orto Botanico di Palermo
Isola di Socotra, Oceano Indiano
Lanciare un grido di allarme sullo stato di abbandono dell'isola dello Yemen, uno degli ultimi paradisi di biodiversità del pianeta: è questo l'obiettivo di "Socotra in Sicilia" che porta a Palermo dieci giornate di eventi organizzati con il patrocinio dell'Unesco (leggi qui per saperne di più).
Fra questi - dal 27 settembre al 6 ottobre - una esclusiva Retrospettiva cinematografica a cura dell'Archivio Pasolini e realizzata con il contributo di Rai e BBC: per tre giorni saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in inglese filmati e documentari che raccontano l'isola a cura di registi e fotografi internazionali (tre al giorno alle ore 12, alle 14 e alle 16).
Si inizia proprio con Pasolini e “Le mura di Sana'a”, cortometraggio prodotto per l’Unesco che il regista girò in Yemen nel 1970, l’ultima delle sue opere di impegno per il patrimonio mondiale.
Realizzato "sotto forma di appello all'Unesco" ponendo l'accento sul problema della speculazione edilizia nei Paesi sottosviluppati, il documentario illustra la situazione della capitale yemenita che solo da un anno possiede una strada che la congiunge al Mar Rosso (strada dovuta ai cinesi) e che ha quindi interrotto un isolamento durato secoli.
La capitale è ancora protagonista di "Set di Sana'a", ovvero una serie di riprese realizzate da Mario Livadiotti a Sana’a sul set di "Alibech" (un episodio de "Il Decameron" di Pasolini) che venne tagliato dall’edizione definitiva del film e che risulta attualmente perduto: l’unico documento filmato esistente sul primo film girato dal poeta-regista nella capitale yemenita.
Conservare il ricordo di un vivere lontano, che a causa della globalizzazione rischia di perire del tutto: in "Socotra, the forgotten fairy tail" risuonano le parole di Vladimir Melnik, lette da Nikita Prozorovsky. Senza giudizi o pregiudizi di sorta, Melnik ritrae un mondo arcaico e misterioso, un'eredità del passato che scompare sotto i nostri occhi.
Socotra è una straordinaria terra perduta, nascosta agli occhi del mondo per secoli: una scoperta svelata e raccontata in "Socotra: the hidden land" di Carles Cardelùs, film che rivela la bellezza e la sorprendente particolarità dell'isola, mostrando la realtà fisica di Socotra e come abbia modellato la vita degli isolani nel corso dei secoli.
Uomini e donne che hanno sempre vissuto isolati dalla società "moderna", con pochissime risorse ma coltivando una grande ricchezza spirituale e culturale. Il documentario ne svela i segreti attraverso il racconto di alcuni isolani sulla continua lotta quotidiana per preservare le proprie tradizioni di fronte alla globalizzazione imperante.
Grande viaggiatore, etnologo e regista, dagli anni Novanta Pascal Privet opera nello Yemen dove ha diretto numerosi corsi di formazione per la televisione. In "L'Heure de Salomon" racconta come, nonostante la musica fosse vietata nel regno dell'Imam, lo Yemen abbia perpetrato una ricca tradizione musicale nonostante le proibizioni.
Canzoni che accompagnano il lavoro dei contadini nelle campagne, canti di accoglienza nei ricevimenti di nozze, canti religiosi nelle processioni e danze notturne, tutti elementi che fanno da collante per la comunità: "L’Heure de Salomon" raccoglie documenti registrati con i musicisti eredi di questa tradizione, in riferimento al re Salomone colto nella contemplazione estetica al punto da dimenticare il tempo della preghiera.
È del barcelloneta Jordi Esteva il film in bianco e nero "Socotra, la isla de los genios", basato sull'omonimo libro e primo lavoro cinematografico interamente parlato in Socotri, una lingua sud-araba legata all'antica lingua del Regno di Saba.
Il film di Esteva segue all'interno dell'isola immersa nell'Oceano Indiano il viaggio di un gruppo di cammellieri che si dirigono verso le montagne prima della stagione delle piogge. Di notte, attorno al fuoco, vengono raccontate storie di geni e serpenti mostruosi. In un remoto villaggio, i cammellieri saranno visitati da Ahmed Afrar, figlio postumo dell'ultimo sultano di Socotra, che parlerà loro del tragico destino di suo padre.
Ultimo titolo della Retrospettiva è "Hidden", diretto dal regista britannico Oliver Wilkins che nella sua prolifica carriera ha prodotto film documentari in tutto il mondo incentrati su identità, diritti umani, emarginazione e disuguaglianza e collaborando con Yemen, Palestina, Colombia e Islanda.
Fra questi - dal 27 settembre al 6 ottobre - una esclusiva Retrospettiva cinematografica a cura dell'Archivio Pasolini e realizzata con il contributo di Rai e BBC: per tre giorni saranno proiettati in lingua originale con sottotitoli in inglese filmati e documentari che raccontano l'isola a cura di registi e fotografi internazionali (tre al giorno alle ore 12, alle 14 e alle 16).
Si inizia proprio con Pasolini e “Le mura di Sana'a”, cortometraggio prodotto per l’Unesco che il regista girò in Yemen nel 1970, l’ultima delle sue opere di impegno per il patrimonio mondiale.
Realizzato "sotto forma di appello all'Unesco" ponendo l'accento sul problema della speculazione edilizia nei Paesi sottosviluppati, il documentario illustra la situazione della capitale yemenita che solo da un anno possiede una strada che la congiunge al Mar Rosso (strada dovuta ai cinesi) e che ha quindi interrotto un isolamento durato secoli.
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«Ci tenevo troppo a girare questo documento» spiega lo stesso Pasolini. «Si tratterà forse di una deformazione professionale, ma i problemi di Sana'a li sentivo come problemi miei. La deturpazione, che come una lebbra la sta invadendo, mi feriva con un dolore, una rabbia, un senso di impotenza e nel tempo stesso un febbrile desiderio di far qualcosa, da cui sono stato perentoriamente costretto a filmare».La capitale è ancora protagonista di "Set di Sana'a", ovvero una serie di riprese realizzate da Mario Livadiotti a Sana’a sul set di "Alibech" (un episodio de "Il Decameron" di Pasolini) che venne tagliato dall’edizione definitiva del film e che risulta attualmente perduto: l’unico documento filmato esistente sul primo film girato dal poeta-regista nella capitale yemenita.
Conservare il ricordo di un vivere lontano, che a causa della globalizzazione rischia di perire del tutto: in "Socotra, the forgotten fairy tail" risuonano le parole di Vladimir Melnik, lette da Nikita Prozorovsky. Senza giudizi o pregiudizi di sorta, Melnik ritrae un mondo arcaico e misterioso, un'eredità del passato che scompare sotto i nostri occhi.
Socotra è una straordinaria terra perduta, nascosta agli occhi del mondo per secoli: una scoperta svelata e raccontata in "Socotra: the hidden land" di Carles Cardelùs, film che rivela la bellezza e la sorprendente particolarità dell'isola, mostrando la realtà fisica di Socotra e come abbia modellato la vita degli isolani nel corso dei secoli.
Uomini e donne che hanno sempre vissuto isolati dalla società "moderna", con pochissime risorse ma coltivando una grande ricchezza spirituale e culturale. Il documentario ne svela i segreti attraverso il racconto di alcuni isolani sulla continua lotta quotidiana per preservare le proprie tradizioni di fronte alla globalizzazione imperante.
Grande viaggiatore, etnologo e regista, dagli anni Novanta Pascal Privet opera nello Yemen dove ha diretto numerosi corsi di formazione per la televisione. In "L'Heure de Salomon" racconta come, nonostante la musica fosse vietata nel regno dell'Imam, lo Yemen abbia perpetrato una ricca tradizione musicale nonostante le proibizioni.
Canzoni che accompagnano il lavoro dei contadini nelle campagne, canti di accoglienza nei ricevimenti di nozze, canti religiosi nelle processioni e danze notturne, tutti elementi che fanno da collante per la comunità: "L’Heure de Salomon" raccoglie documenti registrati con i musicisti eredi di questa tradizione, in riferimento al re Salomone colto nella contemplazione estetica al punto da dimenticare il tempo della preghiera.
È del barcelloneta Jordi Esteva il film in bianco e nero "Socotra, la isla de los genios", basato sull'omonimo libro e primo lavoro cinematografico interamente parlato in Socotri, una lingua sud-araba legata all'antica lingua del Regno di Saba.
Il film di Esteva segue all'interno dell'isola immersa nell'Oceano Indiano il viaggio di un gruppo di cammellieri che si dirigono verso le montagne prima della stagione delle piogge. Di notte, attorno al fuoco, vengono raccontate storie di geni e serpenti mostruosi. In un remoto villaggio, i cammellieri saranno visitati da Ahmed Afrar, figlio postumo dell'ultimo sultano di Socotra, che parlerà loro del tragico destino di suo padre.
Ultimo titolo della Retrospettiva è "Hidden", diretto dal regista britannico Oliver Wilkins che nella sua prolifica carriera ha prodotto film documentari in tutto il mondo incentrati su identità, diritti umani, emarginazione e disuguaglianza e collaborando con Yemen, Palestina, Colombia e Islanda.
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