"Chiazzette e Fortezza del Tocco": le passeggiate ad Acireale alla scoperta del gelso giapponese

Piazza Duomo, Acireale
In occasione de "Le Vie dei Tesori" (leggi l'articolo di approfondimento) un appuntamento alla scoperta di Acireale, con una passeggiata dal titolo "Chiazzette e Fortezza del Tocco", in programma nei weekend dal 13 al 29 settembre.
Un percorso a piedi dalla piazza del Suffragio alle Chiazzette, attraversando il ponte sulla Statale 114, lungo la Riserva naturale orientata della Timpa. Prima della costruzione della stradina (iniziata verso il 1687) esisteva solo un viottolo, come tanti altri, che dal ciglio della Timpa giungeva al mare. Dalla metà del XVI secolo su uno spiazzo, quasi a metà costa, era posto un cannone che sparava per avvertire delle sortite delle navi corsare.
Era il “Tocco del cannone” (U Tuccu); in seguito, nel 1617, il viceré Francesco Lemos, conte di Castro, fece erigere una fortezza a terrapieno munita di due cannoni che gli acesi pagarono con un dazio speciale sulla carne. Nel 1687 iniziarono i lavori per la costruzione (le cronache dicono dispendiosissima) della stradina a “chiazzette”, in parte incassata nella lava e in parte elevata su baluardi e arcate.
L’opera, dopo varie interruzioni, fu completata nel 1726; danneggiata dal terremoto del 1818, fu riparata nel 1845. Salite le sette rampe della stradina, di ardita realizzazione tecnica e con frequenti spiazzi (chiazzette, appunto) con sedili di pietra lavica, si arriva a un punto da cui si domina il mare e tutta la costa da Taormina a Capo Mulini.
Sotto il “Tocco”, la bottega del purtuso, nata in un anfratto lavico, dove si acquistavano frutta e bevande ghiacciate, tenute al fresco per un gioco di correnti sottostanti. Tra le tante specie botaniche, un inedito e rigoglioso Gelso da carta o Broussonezia, pianta importata dal Giappone nel XVIII secolo come albero da ombra.
Un percorso a piedi dalla piazza del Suffragio alle Chiazzette, attraversando il ponte sulla Statale 114, lungo la Riserva naturale orientata della Timpa. Prima della costruzione della stradina (iniziata verso il 1687) esisteva solo un viottolo, come tanti altri, che dal ciglio della Timpa giungeva al mare. Dalla metà del XVI secolo su uno spiazzo, quasi a metà costa, era posto un cannone che sparava per avvertire delle sortite delle navi corsare.
Era il “Tocco del cannone” (U Tuccu); in seguito, nel 1617, il viceré Francesco Lemos, conte di Castro, fece erigere una fortezza a terrapieno munita di due cannoni che gli acesi pagarono con un dazio speciale sulla carne. Nel 1687 iniziarono i lavori per la costruzione (le cronache dicono dispendiosissima) della stradina a “chiazzette”, in parte incassata nella lava e in parte elevata su baluardi e arcate.
L’opera, dopo varie interruzioni, fu completata nel 1726; danneggiata dal terremoto del 1818, fu riparata nel 1845. Salite le sette rampe della stradina, di ardita realizzazione tecnica e con frequenti spiazzi (chiazzette, appunto) con sedili di pietra lavica, si arriva a un punto da cui si domina il mare e tutta la costa da Taormina a Capo Mulini.
Sotto il “Tocco”, la bottega del purtuso, nata in un anfratto lavico, dove si acquistavano frutta e bevande ghiacciate, tenute al fresco per un gioco di correnti sottostanti. Tra le tante specie botaniche, un inedito e rigoglioso Gelso da carta o Broussonezia, pianta importata dal Giappone nel XVIII secolo come albero da ombra.
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