Casteltermini in festa: lo spettacolo unico della Santa Croce e la Sagra del Tataratà

Un momento della cavalcata a Casteltermini
Secondo la leggenda, il rinvenimento della Croce è assolutamente casuale: una mucca pascolante in un fascio di terra era solita inginocchiarsi, ogni giorno, sempre nello stesso punto.
Alcuni pastori, incuriositi dall'insolito comportamento, scavarono per diversi metri, rinvenendo una croce che si dice risalga addirittura all'era Paleocristiana.
La Festa di Santa Croce, nella forma attuale, nacque nel 1667. La festa inizia con il rullo dei tamburi e l'ingresso in paese delle quattro corporazioni (o ceti), che anticamente riunivano i cittadini: la Real Maestranza, i Celibi, i Borgesi e i Pecorai.
Il venerdì della festa, i quattro ceti depongono corone di fiori al monumento dei caduti in piazza Duomo, accompagnati dalle rispettive bande musicali.
La sera, presso le sedi dei vari ceti, si tiene l'asta che assegna i posti nella cavalcata del sabato e della domenica. Il sabato, il Sergente, l’Alfiere e il Capitano (portatori di insegne) aprono la sfilata a cavallo seguiti da altri cavalcanti.
Il Tataratà è una danza armata con scintillanti spade di acciaio, antico rito di propiziazione per la fertilità della terra o rievocazione storica del dualismo tra i Mori e i Cristiani o ancora, danza degli spatolatori di lino.
Qualunque sia la verità, il Tataratà rimane uno spettacolo unico in tutto il mondo, inimitabile e avvolto dal mistero.
La cavalcata è l'evento nell'evento. Originariamente serviva per recarsi all'Eremo di Santa Croce e accompagnare la processione della reliquia della Santa Croce.
Ad oggi rappresenta uno dei motivi di maggiore affluenza alla Sagra, e vede sfilare i quattro ceti più i Burdunara (ovvero cavalcanti di muli bardati con ciondoli e campanacci che corrono lungo le vie del paese, con grande divertimento del pubblico) che, nell'accompagnare la Croce per le vie del paese, esibiscono uno straordinario talento nell'arte dell'equitazione.
Ultimo, ma non per ordine di importanza, è il pubblico, che riveste la funzione di catalizzatore ed energia della Sagra.
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