"Castelli, oratori, campanili: com'era la città prima del terremoto", visita alla Pinacoteca dell'Università

Una sala della Pinacoteca dell'Università di Messina
Viene ricostruita la vera anima liberty della Messina di inizio secolo, attraverso le ville private, i palazzetti storici, persino il Circolo della Borsa (inedito anche per i messinesi).
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Alla Pinacoteca dell'Università il tempo sembra essersi fermato all’epoca in cui il catastrofico terremoto del 1908 non aveva ancora offeso la città. Messina antica rivive in una preziosa collezione di quadri, utili per ricostruire e vagheggiare, con nostalgia, l’immagine dell’area dello Stretto prima del sisma, quando era ricchissima di monumenti. E attiva, operosa economicamente, vivace dal punto di vista culturale.
Ricordiamo castelli, chiese, oratori, campanili, palazzi nobiliari, la Palazzata prospicente il porto, magnificata dai viaggiatori del Grand tour. Tutte vestigia perse per sempre, che però fanno capolino nelle tele dei pittori locali, immortalate tra Settecento e Ottocento. Alcune sono di gran valore artistico, o comunque rappresentano delle autentiche “chicche”. Tra queste, l’elegante dipinto del XVIII secolo, realizzato con la tecnica a “gouache”, raffigurante il castello di Rocca Guelfonia. Curiosa la grande Iconostasi dipinta e dorata.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
La città dello Stretto riaccoglie "Le Vie dei Tesori", e apre quest’anno ventinove luoghi, dal 14 al 30 settembre, per tre weekend.
Alla Pinacoteca dell'Università il tempo sembra essersi fermato all’epoca in cui il catastrofico terremoto del 1908 non aveva ancora offeso la città. Messina antica rivive in una preziosa collezione di quadri, utili per ricostruire e vagheggiare, con nostalgia, l’immagine dell’area dello Stretto prima del sisma, quando era ricchissima di monumenti. E attiva, operosa economicamente, vivace dal punto di vista culturale.
Ricordiamo castelli, chiese, oratori, campanili, palazzi nobiliari, la Palazzata prospicente il porto, magnificata dai viaggiatori del Grand tour. Tutte vestigia perse per sempre, che però fanno capolino nelle tele dei pittori locali, immortalate tra Settecento e Ottocento. Alcune sono di gran valore artistico, o comunque rappresentano delle autentiche “chicche”. Tra queste, l’elegante dipinto del XVIII secolo, realizzato con la tecnica a “gouache”, raffigurante il castello di Rocca Guelfonia. Curiosa la grande Iconostasi dipinta e dorata.
La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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