Apre alle visite il Cimitero degli inglesi di Palermo, il camposanto straniero di chi moriva senza Dio

Il cimitero degli inglesi all'Acquasanta di Palermo
Palazzi, musei, torri, terrazze, giardini segreti, ville, chiese, cripte, catacombe, bagni ebraici, vecchi aeroporti. Per il tredicesimo anno, torna la grande festa di Palermo, con "Le Vie dei Tesori", che si svolge per cinque weekend dal 4 ottobre al 3 novembre.
Da lazzaretto è diventato il camposanto di chi moriva “senza Dio”, poi si è trasformato addirittura in un campo da calcio per i bambini dell’Acquasanta: abbandonato per cinquant’anni, finalmente il “cimitero degli inglesi” è stato recuperato e si può visitare.
Nasce con l’epidemia del 1628: il viceré Francesco Ferdinando de La Cueva ordina la costruzione di un lazzaretto per la quarantena, ma è troppo vicino alla città. Passano cento anni, si erigono le mura di cinta, e viene emanato il bando che obbliga a seppellire i morti soltanto nei cimiteri pubblici: il lazzaretto diventa cimitero acattolico, degli eterodossi.
Un’altra epidemia, stavolta di colera, lo rende ancora più grande, ma nel frattempo è stata aperta la vicina Manifattura di Tabacchi che pian piano fagociterà parte dello spazio del cimitero. Negli anni Venti il proconsole inglese Giacomo Rose ne affida la gestione ai Withaker, nel 1950 le ultime due eredi, Audrey ed Euphrosyne, lo cedono al Comune. Oltre a protestanti, ortodossi, ebrei e atei, qui riposano membri dei Whitaker, degli Ahrens, Christian Caflisch e dei Noto La Diega.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
Da lazzaretto è diventato il camposanto di chi moriva “senza Dio”, poi si è trasformato addirittura in un campo da calcio per i bambini dell’Acquasanta: abbandonato per cinquant’anni, finalmente il “cimitero degli inglesi” è stato recuperato e si può visitare.
Nasce con l’epidemia del 1628: il viceré Francesco Ferdinando de La Cueva ordina la costruzione di un lazzaretto per la quarantena, ma è troppo vicino alla città. Passano cento anni, si erigono le mura di cinta, e viene emanato il bando che obbliga a seppellire i morti soltanto nei cimiteri pubblici: il lazzaretto diventa cimitero acattolico, degli eterodossi.
Un’altra epidemia, stavolta di colera, lo rende ancora più grande, ma nel frattempo è stata aperta la vicina Manifattura di Tabacchi che pian piano fagociterà parte dello spazio del cimitero. Negli anni Venti il proconsole inglese Giacomo Rose ne affida la gestione ai Withaker, nel 1950 le ultime due eredi, Audrey ed Euphrosyne, lo cedono al Comune. Oltre a protestanti, ortodossi, ebrei e atei, qui riposano membri dei Whitaker, degli Ahrens, Christian Caflisch e dei Noto La Diega.
A Palermo sono centosettanta i tesori aperti alle visite guidate (guarda qui tutti i luoghi). La visita ha una durata di 30 minuti ed è accessibile ai disabili.
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