"Animal Farm": la mercificazione del corpo femminile secondo Max Papeschi
"YSL Sheep" (2019) di Max Papeschi (part.)
L'emancipazione femminile e i pari diritti tra l'uomo e la donna sono da sempre temi che scuotono gli animi e alimentano le discussioni. Purtroppo la società moderna dimostra che è più facile farsi notare ed essere riconosciute per il proprio corpo, piuttosto che per la mente.
Max Papeschi (Milano, 1970), l'ironico e irriverente artista lombardo, decide di dire la sua sulla donna-oggetto, regalando un progetto inedito che invade i giardini del Palazzo Reale, all'interno della rassegna "Palermo e le donne", ideata da Stefania Morici.
L'artista ha ideato otto wall paper sistemati sotto l'enorme Ficus dei giardini reali: la Natura centenaria fa da sfondo alla sua provocazione.
I corpi nudi e torniti di bellissime modelle sono sormontati da teste di animali da fattoria che guardano con occhi vuoti lo spettatore, in posizioni sensuali e ammiccanti, sullo sfondo di riconoscibili loghi dell’Alta Moda.
Max Papeschi approda nel mondo dell’arte contemporanea alla fine del 2008, dopo un'esperienza da autore e regista in ambito teatrale, televisivo e cinematografico.
In soli 9 anni di attività ha realizzato più di 60 mostre personali e partecipato a un centinaio di mostre collettive in giro per tutto il mondo.
Nel 2014 è uscita in Italia la sua autobiografia "Vendere Svastiche e Vivere Felici", seguita nel 2018 dal libro “Max vs Max”, con lo scrittore Massimiliano Parente.
Dal 2016 sta portando in giro per il mondo il progetto culturale-umanitario Welcome to North Korea, vero e proprio precedente artistico realizzato in collaborazione con Amnesty International, che unisce arte digitale, performance e installazioni in un'operazione multimediale che attraverso una fittizia e parodistica propaganda di regime svela gli orrori perpetuati dal dittatore Kim Jong Un.
"Animal Farm" nasce con il supporto della Fondazione Federico II, diretta da Patrizia Monterosso e sarà visibile fino al 9 giugno, negli orari di apertura di Palazzo Reale.
Max Papeschi (Milano, 1970), l'ironico e irriverente artista lombardo, decide di dire la sua sulla donna-oggetto, regalando un progetto inedito che invade i giardini del Palazzo Reale, all'interno della rassegna "Palermo e le donne", ideata da Stefania Morici.
L'artista ha ideato otto wall paper sistemati sotto l'enorme Ficus dei giardini reali: la Natura centenaria fa da sfondo alla sua provocazione.
I corpi nudi e torniti di bellissime modelle sono sormontati da teste di animali da fattoria che guardano con occhi vuoti lo spettatore, in posizioni sensuali e ammiccanti, sullo sfondo di riconoscibili loghi dell’Alta Moda.
Max Papeschi approda nel mondo dell’arte contemporanea alla fine del 2008, dopo un'esperienza da autore e regista in ambito teatrale, televisivo e cinematografico.
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Il clamore mediatico sollevato da una sua opera gigante affissa sulla facciata di un palazzo nel centro di Poznan in Polonia lo proietta sulla scena internazionale, rendendolo in pochissimo tempo uno degli artisti italiani più conosciuti all’estero.In soli 9 anni di attività ha realizzato più di 60 mostre personali e partecipato a un centinaio di mostre collettive in giro per tutto il mondo.
Nel 2014 è uscita in Italia la sua autobiografia "Vendere Svastiche e Vivere Felici", seguita nel 2018 dal libro “Max vs Max”, con lo scrittore Massimiliano Parente.
Dal 2016 sta portando in giro per il mondo il progetto culturale-umanitario Welcome to North Korea, vero e proprio precedente artistico realizzato in collaborazione con Amnesty International, che unisce arte digitale, performance e installazioni in un'operazione multimediale che attraverso una fittizia e parodistica propaganda di regime svela gli orrori perpetuati dal dittatore Kim Jong Un.
"Animal Farm" nasce con il supporto della Fondazione Federico II, diretta da Patrizia Monterosso e sarà visibile fino al 9 giugno, negli orari di apertura di Palazzo Reale.
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