"Algebra dell’assenza - Erme": installazione multimediale nella chiesa di Santa Maria del Piliere

Opere dell'artista visibili alla mostra
"Algebra dell’assenza - Erme" è un'installazione multimediale realizzata con una serie di schede d'archivio ritrovate per caso, utilizzate per la contabilità relativa a pensioni di guerra, esposte nella Cripta di Santa Maria del Piliere fino al 28 ottobre.
Il lavoro esposto dell’artista Realto scaturisce da un suo casuale ritrovamento di schede originali provenienti da un archivio di trattamenti pensionistici destinati a feriti o a familiari di militari italiani caduti nei conflitti della prima metà del ‘900. Si tratta di documenti emozionanti, tracce concrete di tragedie umane originate dalla guerra.
Per le singolari modalità del ritrovamento, l’artista ama dire che sono queste schede ad aver trovato lui. L’intervento che poi è stato da lui effettuato, consiste nella realizzazione di ritratti che, grazie a una particolare tecnica, sembrano apparire dal fondo dei supporti cartacei, lasciando in primo piano l' intreccio di diciture, dati anagrafici, numeri, tutti scritti con pennino e inchiostri di vario colore.
L’effetto di lontananza dalla quale sembrano provenire i volti suggerisce l’intenzione dello stesso artista, di rappresentare con essi uno sguardo rivolto agli eventi della storia dal punto prospettico di chi si trova oltre il confine della vita, dal quale potrebbe scaturire una riconsiderazione dei valori.
I ritratti sono stati volutamente ricercati nella contemporaneità, non essendo intenzione dell’autore quella di creare una ricostruzione storica a fini commemorativi. L’artificio pittorico che sostituisce i volti di oggi alle identità del passato, vuole essere infatti l’immagine di una forma perfetta di empatia.
Il lavoro esposto dell’artista Realto scaturisce da un suo casuale ritrovamento di schede originali provenienti da un archivio di trattamenti pensionistici destinati a feriti o a familiari di militari italiani caduti nei conflitti della prima metà del ‘900. Si tratta di documenti emozionanti, tracce concrete di tragedie umane originate dalla guerra.
Per le singolari modalità del ritrovamento, l’artista ama dire che sono queste schede ad aver trovato lui. L’intervento che poi è stato da lui effettuato, consiste nella realizzazione di ritratti che, grazie a una particolare tecnica, sembrano apparire dal fondo dei supporti cartacei, lasciando in primo piano l' intreccio di diciture, dati anagrafici, numeri, tutti scritti con pennino e inchiostri di vario colore.
L’effetto di lontananza dalla quale sembrano provenire i volti suggerisce l’intenzione dello stesso artista, di rappresentare con essi uno sguardo rivolto agli eventi della storia dal punto prospettico di chi si trova oltre il confine della vita, dal quale potrebbe scaturire una riconsiderazione dei valori.
I ritratti sono stati volutamente ricercati nella contemporaneità, non essendo intenzione dell’autore quella di creare una ricostruzione storica a fini commemorativi. L’artificio pittorico che sostituisce i volti di oggi alle identità del passato, vuole essere infatti l’immagine di una forma perfetta di empatia.
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