A Catania la mostra personale di Pierdonato Taccogna, l'uomo della luce e della materia
Particolare dell'opera "Earth" (2018), olio su tela di Pierdonato Taccogna
Pierdonato Taccogna è il giovane artista pugliese che dal 16 novembre al 5 dicembre espone la sua mostra personale dal titolo "In principio era il cielo", alla galleria KōArt unconventional place di Catania, nata da un'idea del curatore Giuseppe Carli e curata da Aurelia Nicolosi.
Il percorso artistico dell'artista si avvale di due elementi fondamentali: la luce e la materia. È proprio in questo spazio duplice, umano e universale, proiettato sulle tele come un doppio speculare, che la sua pittura prende corpo.
La mostra indaga il legame esistente tra l'uomo, il mondo terrestre e l'universo e lo fa con il linguaggio della scienza e dell'arte contemporanea, discipline votate alla ricerca della bellezza e dell'armonia, intrinseca ed estrinseca, della Natura.
Sia la scienza che l'arte, infatti, per le loro ricerche sul senso ultimo dell'essenza e dell'esistenza utilizzano una metodologia precisa, puntuale e mai improvvisata. L'artista con estrema cura e precisione osserva, scruta il mondo attorno a lui e dentro di lui, fino a trovare quella perfetta alchimia che trasforma la ricerca in poesia.
Le sue sono visioni dense di materia, di polveri e di stupore di fronte a fenomeni incommensurabili che l’uomo tenta inutilmente di decifrare. Assieme a lui non ci resta che contemplare la meraviglia e rimanere attoniti di fronte all’esplosione dell’Universo, raccontata con quella passione che solo un vero artista riesce a trasmettere.
E se Galileo per la prima volta puntò un cannocchiale verso il cielo, così Pierdonato, al pari del famoso scienziato, sfida gli stereotipi comuni e le false verità, incantando il pubblico con il suo racconto visivo in cui la volta celeste assume un aspetto sacrale, degno dell’eternità. La sua curiosità lo spinge lontano e nessun buco nero all’orizzonte potrà minacciarne la rotta e il declino».
Pierdonato Taccogna nasce a Triggiano (BA) nel 1990. Dopo aver conseguito la maturità presso il liceo artistico statale "Giuseppe De Nittis", prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Bari.
Nel 2014 sospende tale percorso per dedicarsi interamente all'arte, approfondendo così, mediante la ricerca storica, lo studio delle tecniche pittoriche.
Partecipa, in seguito, a svariati concorsi e mostre collettive sia a livello nazionale che internazionale, guadagnandosi l'attenzione degli addetti ai lavori, tra i quali Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, intraprendendo una serie di collaborazioni.
Taccogna non utilizza colori o altri materiali industriali, tutto è preparato nel suo atelier seguendo le antiche ricette artistiche, e continuando il lavoro di studio e di sperimentazione delle tecniche pittoriche.
Il percorso artistico dell'artista si avvale di due elementi fondamentali: la luce e la materia. È proprio in questo spazio duplice, umano e universale, proiettato sulle tele come un doppio speculare, che la sua pittura prende corpo.
La mostra indaga il legame esistente tra l'uomo, il mondo terrestre e l'universo e lo fa con il linguaggio della scienza e dell'arte contemporanea, discipline votate alla ricerca della bellezza e dell'armonia, intrinseca ed estrinseca, della Natura.
Sia la scienza che l'arte, infatti, per le loro ricerche sul senso ultimo dell'essenza e dell'esistenza utilizzano una metodologia precisa, puntuale e mai improvvisata. L'artista con estrema cura e precisione osserva, scruta il mondo attorno a lui e dentro di lui, fino a trovare quella perfetta alchimia che trasforma la ricerca in poesia.
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«Nell’opera di Pierdonato Taccogna - spiega la curatrice Aurelia Nicolosi - rivediamo Turner, Monet, Seurat, Signac, Van Gogh cioè tutti quei pittori in cui la luce e il colore sono diventati parti fondamentali della loro vita e della loro sperimentazione. Sospesi tra passato e presente, i suoi telai sono costruiti sapientemente a mano e i suoi colori sono frutto di una preparazione artigianale antica che recupera i principi della chimica e la proprietà degli elementi. Le sue sono visioni dense di materia, di polveri e di stupore di fronte a fenomeni incommensurabili che l’uomo tenta inutilmente di decifrare. Assieme a lui non ci resta che contemplare la meraviglia e rimanere attoniti di fronte all’esplosione dell’Universo, raccontata con quella passione che solo un vero artista riesce a trasmettere.
E se Galileo per la prima volta puntò un cannocchiale verso il cielo, così Pierdonato, al pari del famoso scienziato, sfida gli stereotipi comuni e le false verità, incantando il pubblico con il suo racconto visivo in cui la volta celeste assume un aspetto sacrale, degno dell’eternità. La sua curiosità lo spinge lontano e nessun buco nero all’orizzonte potrà minacciarne la rotta e il declino».
Pierdonato Taccogna nasce a Triggiano (BA) nel 1990. Dopo aver conseguito la maturità presso il liceo artistico statale "Giuseppe De Nittis", prosegue gli studi all'Accademia di Belle Arti di Bari.
Nel 2014 sospende tale percorso per dedicarsi interamente all'arte, approfondendo così, mediante la ricerca storica, lo studio delle tecniche pittoriche.
Partecipa, in seguito, a svariati concorsi e mostre collettive sia a livello nazionale che internazionale, guadagnandosi l'attenzione degli addetti ai lavori, tra i quali Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, intraprendendo una serie di collaborazioni.
Taccogna non utilizza colori o altri materiali industriali, tutto è preparato nel suo atelier seguendo le antiche ricette artistiche, e continuando il lavoro di studio e di sperimentazione delle tecniche pittoriche.
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