"70 pupi di opranti e pupari" in mostra a Palermo per i settant'anni di Mimmo Cuticchio

Dopo una mostra di oltre 250 pupi al Quirinale, Mimmo Cuticchio per i suoi settant’anni ha messo insieme un vero e proprio mini cartellone – dal 30 marzo, giorno del compleanno, al 22 aprile - che si srotola tra spettacoli, incontri, presentazioni, un concerto e una mostra, che è un omaggio sincero non soltanto a chi l’ha preceduto, ma a quelle mani che gli hanno insegnato a forgiare i metalli, sbalzare uno scudo, intagliare una testa, manovrare un pupo.
"70 pupi di opranti e pupari", visitabile a ingresso libero dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, si compone di settanta teste, settanta corpi, settanta pupi più uno. E quell’uno è il domani, l’anno a venire, lo studio continuo di Mimmo Cuticchio che non si è mai fermato.
«Da quando mi sono staccato dal "carro" di mio padre per aprire il mio teatro – ricorda Mimmo Cuticchio -, con il "mestiere" che piano piano mi sono costruito, ho anche raccolto pupi realizzati da vari opranti, pupari o semplici amatori che testimoniano la differenza stilistica tra un costruttore e l’altro.
Greco, Canino, Modica, Bagnasco, Consiglio, Pirrotta, Di Girolamo, Amante, Celano sono i maestri che hanno reso importante un grande tradizione che, fino a pochi anni fa, non era considerata Teatro. Ma guardare avanti non vuol dire dimenticare il passato: oggi voglio ricordare gli opranti, i pupari, i cuntisti e i costruttori che non ci sono più. A cui devo il mio mestiere».
"70 pupi di opranti e pupari", visitabile a ingresso libero dal martedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, si compone di settanta teste, settanta corpi, settanta pupi più uno. E quell’uno è il domani, l’anno a venire, lo studio continuo di Mimmo Cuticchio che non si è mai fermato.
«Da quando mi sono staccato dal "carro" di mio padre per aprire il mio teatro – ricorda Mimmo Cuticchio -, con il "mestiere" che piano piano mi sono costruito, ho anche raccolto pupi realizzati da vari opranti, pupari o semplici amatori che testimoniano la differenza stilistica tra un costruttore e l’altro.
Greco, Canino, Modica, Bagnasco, Consiglio, Pirrotta, Di Girolamo, Amante, Celano sono i maestri che hanno reso importante un grande tradizione che, fino a pochi anni fa, non era considerata Teatro. Ma guardare avanti non vuol dire dimenticare il passato: oggi voglio ricordare gli opranti, i pupari, i cuntisti e i costruttori che non ci sono più. A cui devo il mio mestiere».
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