CULTURA
Tra ori e argenti, la Santuzza ha un tesoro e una stanza segreta (e tutti possono vederli)
Capolavori d'oreficeria, preziosi tessuti ed ex voto sono stati riportati alla luce: nel cuore del Santuario di Santa Rosalia ora brilla un tesoro che viene dal passato
Grazie al minuzioso impegno del restauratore Gaetano Correnti e del maestro argentiere Benedetto Gelardi, il luogo di culto incastonato nella grotta di Monte Pellegrino si arricchisce di una serie di capolavori costituita principalmente da preziose suppellettili liturgiche e significativi ex-voto.
Si tratta del Tesoro di Santa Rosalia, restituito alla città dopo un attento lavoro di catalogazione e recupero. Ma gli oggetti legati al culto della Santuzza non sono l'unico dono che la nascita del piccolo museo porta con sè.
Nel corso dei lavori è stato riscoperto e restaurato un piccolo ambiente, una stanza segreta: si tratta di una "cassaforte" seicentesca con porta corazzata, dentro cui si conservavano i pezzi preziosi, riportata allo stato originale con tanto di bauli e arredi.
Il Tesoro e la stanza segreta formano così un nuovo polo attrattivo, che è nato grazie all'impegno dei curatori scientifici Maria Concetta Di Natale, Maurizio Vitella e Salvatore Mercadante, al progetto museografico della sovrintendente Lina Bellanca e alla cura dell’allestimento di Santo Cillaroto.
Il progetto, promosso dal Comune e dalla Fondazione Sant'Elia nell’anno di "Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018", ha contato sulla collaborazione fondamentale del Museo Diocesano.
Alcuni pezzi erano stati già esposti in una mostra in cattedrale oltre vent’anni fa. Altri, invece, erano conservati o facenti parte di collezioni private: la cooperazione è stata alla base della nascita di questo museo e presto verranno pubblicati sul sito web del Santuario tutti gli orari e le specifiche per visitarlo.
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