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Si narra che qui sia custodito un tesoro che farebbe ricca l'intera Sicilia: la Rocca di Novara

A circa 1340m sopra il livello del mare, si staglia tra i territori di Novara di Sicilia e Fondachelli Fantina la Rocca, una delle montagne più alte dei monti Peloritani IL VIDEO

Balarm
La redazione
  • 28 settembre 2021

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A circa 1340m sopra il livello del mare, si staglia tra i territori di Novara di Sicilia e Fondachelli Fantina la Rocca, una delle montagne più alte dei monti Peloritani.

Una Rocca impreziosita da una croce che rende il luogo carico di una spiritualità capace di far vibrare il cuore e tremare la pelle. Non a caso è un sito di interesse comunitario.

«Tra l’altro per la sua conformazione piramidale - scrive l'autore del video Giuseppe Famà -, è stata definita il “Cervino di Sicilia”; ai piedi della Rocca vi è un altopiano dove gli studiosi collocano l’originario insediamento alto medievale che dominò, tra i secoli IX e X, da una posizione ancor più elevata rispetto a quella in cui sono situati i resti del castello di Novara, le circostanti vallate.

Vero è altresì che la Rocca, è anche un luogo di particolare interesse archeoastronomico, utilizzato dai pescatori e dai navigatori come punto di riferimento per orientarsi nei loro viaggi nell’arcipelago delle Eolie.
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Infine è osservandola da occidente, che si scopre un suo particolare utilizzo: la Rocca è un vero e proprio indicatore equinoziale che fornisce un’informazione sull’alternanza delle stagioni. Ma cosa che solo in pochi sanno - continua l'autore - è che in tale altopiano sarebbe nato l’antico paese di Noah, vale a dire quella che nelle epoche successive sarebbe divenuta Novara di Sicilia, oggi sorta sotto il versante settentrionale della Rocca.

Tuttavia le origini di questo insediamento restano avvolte dal mistero. Un mistero che potrebbe essere svelato solo da un intervento di scavo, il quale potrebbe portare alla luce ciò che resta dell’abitato e del probabile fortilizio di cui nel 2002 fu individuato un muro.

E ancora, attorno alla Rocca aleggia un’antica affascinante leggenda: “la leggenda del tesoro della Rocca”. Secondo gli antichi essa custodirebbe un tesoro così grande, che se venisse alla luce, farebbe ricca l’intera Sicilia. E come tutti i tesori è custodito da un misterioso personaggio; Infatti pietrificato nella Rocca è ben distinguibile, sul versante settentrionale, un volto: sarebbe quello del “Vecchio saggio”.

Ma come si farebbe a trovare questo tesoro?

La leggenda, che si tramanda in paese, prescrive che una donna nell’arco di una giornata deve: prendere del lino, filarlo, annasparlo, distenderlo al telaio e tesserne un mantile, prendere del grano, portarlo al mulino, farlo macinare, impastare la farina e fare una focaccia, prendere la legna da sette boschi per riscaldare il forno e far cuocere la focaccia, avvolgere la focaccia nel mantile realizzato e salire sulla Rocca Salvatesta.

E solo una volta eseguite queste operazioni, allo scoccare della mezzanotte, suonati i 100 rintocchi della campana della Chiesa Madre, il Custode aprirà le porte del leggendario tesoro. Non resta, quindi, ai cacciatori di tesoro e non solo, che recarsi in questo Paese di altri tempi ed eseguire le istruzioni.»
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