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A mille metri si affaccia sulla Sicilia centrale: se ci entri non stacchi gli occhi dal soffitto

L’imponenza e la bellezza di questa chiesa lasciano davvero tutti impressionati e senza parole: qui infatti è sempre pieno di visitatori che ne restano ammirati

Giovanna Gebbia
Esperta di turismo relazionale
  • 19 maggio 2024

Chiesa Santissimo Salvatore Petralia Soprana

Uno scrigno che non ti aspetti, a oltre 1.000 mt sul livello del mare che appena varcata la soglia lascia senza parole per la bellezza e per l’originalità della costruzione.

Origini avvolte un po' nel mistero del passare del tempo, la chiesa di Santissimo Salvatore di Petralia Soprana è uno degli incantevoli luoghi che si possono scoprire sulle Madonie, a partire dalla forma fuori dal comune, quella di un ellisse perfetto.

Il mito e la leggenda la vogliono come una delle moschee - cosa che non trova nessuna traccia scritta se non la tradizione orale – dell’antica Batraliah nel IX secolo popolata dagli arabi prima dell’avvento dei normanni arrivati nel 1061, quando la città fu ribattezzata Petra Heliae e riconsacrata in cappella palatina dal Conte Ruggero che in Petralia Soprana trovò uno di suoi baluardi più amati.

Nella seconda metà del settecento fu oggetto di un restauro al quale si deve l’aspetto decorativo finemente scolpito in pietra, espressione di architettura barocca tipica di questa parte della Sicilia.
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Un luogo custode di una parte dell’arte sacra del borgo, alcune delle sue opere infatti hanno trovato riparo e salvate dopo l’abbattimento della Chiesa della Madonna del Carmelo, in Piazza del Popolo nel secolo scorso e dove oggi si trova l’imponente monumento in bronzo dedicato ai caduti, dello scultore dei primi del novecento Antonio Ugo.

Di chiese a pianta circolare possiamo annoverarne ma quante a pianta ellittica? Entrando la sensazione è quella di trovarsi all’interno di un circolo, ma alzando gli occhi al soffitto ci si rende conto di essere dentro un ellisse perfetto sotto al quale campeggia la prima delle opere che rendono questo luogo "sacro" non soltanto per la professione religiosa, quanto per il contenuto.

Un lampadario circolare a più livelli concentrici dal quale penzolano centinaia di cristalli colorati di murano che brillano colpiti dalla rifrazione della luce filtrata dalle finestre poste sul perimetro della cupola, che illuminano in ogni ora del giorno l’interno della chiesa.

Arriva nel lontano 1902 per amore, una storia d’amore a distanza, donato dagli emigranti partiti anni prima a cercar fortuna in America, ai propri concittadini.

L’imponenza quanto la bellezza elegante d’epoca lasciano davvero impressionati e per questo motivo è oggetto di scatti fotografici dei visitatori che vi si mettono addirittura sotto per ammirarlo e avere una fotografia d’effetto.

Tornando alla chiesa lo stile è quello denominato "barocchetto madonita" unico ed endemico – parafrasando un termine botanico – di questi luoghi, un misto tra tardo barocco, rococò e neo classico la cui particolarità stilistica è il bianco candido che ricopre le superfici impreziosito da fregi e decori floreali rivestiti in oro che ricordano la bottega dei Serpotta, i quali operarono largamente sul territorio madonita.

La forma ellittica ha otto pilastri che reggono la cupola, dando origine alle cappelle in forma radiale e creano una galleria anch’essa ellittica che permette di girare in tondo e ammirare le opere scultore lignee e le decorazioni che campeggiano sulle pareti, delle quali ne citeremo solo alcune.

In maniera speculare due altari creano un’altra particolarità legata alle festività dell’Immacolata concezione o della festa di San Giuseppe. In concomitanza delle due festività le sedie poste davanti all’altare maggiore del San Salvatore – opera lignea di fine XVII secolo dell’autore madonita Giovanni Pietro Ragona – vengono ruotate dall’una o dall’altra parte a seconda della festa, così che i fedeli possano partecipare alle funzioni davanti all’altare di pertinenza.

La statua lignea raffigurante San Giuseppe con il Bambino è attribuita a Filippo Quattrocchi o a Girolamo Bagnasco ed è posta dentro una cornice della bottega di Pietro Bencivinni, di epoca barocca.

Di fronte la Cappella dell'Immacolata Concezione, dove la Statua sempre lignea è opera di Gaetano La Rizza, risalente alla seconda metà del settecento. Incastonata come una gemma preziosa, la Vergine nel ciborio in marmo, raffinata opera che proviene dalla scomparsa chiesa di Maria Santissima Annunziata del Carmelo, posta dove era il tabernacolo vero e proprio, scultura di un autore siciliano.

Un’altra Immacolata Concezione scolpita da Giovanni Pietro Ragona in legno, è risalente alla fine del seicento, proviene dalla chiesa di Santa Maria del Gesù del convento dell'Ordine dei frati minori riformati, oggi caduto in disuso e in attesa di restauro, e sempre sue le opere lignee che ritraggono Santa Barbara e Sant'Antonio con il Bambino.

Sugli altari a fare da decorazione floreale perenne piccoli e deliziosi capolavori di fine artigianato ormai scomparso, che riproducono dei bouquet di fiori intagliati in lamina di ferro e smaltati con delicati colori pastello.

In un angolo rimangono gli storici drappi originali degli alti stendardi della confraternita di San Salvatore che ancora oggi è presente e operante, portati ed esposti nelle processioni sacre che attraversano il cuore del borgo di Petralia Soprana.

Una meta che vale la pena di essere visitata tra le tappe di un viaggio nel cuore della Sicilia, quello dove ci si può ancora lasciare stupire e avvolgere dalla bellezza e dalle storie nascoste dietro portali di pietra e opere d’arte.
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