La Villa Alliata di Pietratagliata fu residenza di Luigi Alliata, terzogenito del principe di Villafranca e duca di Pietratagliata.
Fu proprio Luigi Alliata che, nel 1885, affidò all'architetto Francesco Paolo Palazzotto il compito di ristrutturare la villa, originariamente costituita da un impianto a "u", con uno scalone esterno a tenaglia.
Palazzotto trasformò l'aspetto della dimora, donandole quel gusto neogotico tanto diffuso all'epoca, rifacendosi nello specifico allo stile neogotico catalano, di cui il Palazzo Ajutamicristo di Matteo Carnilivari è un fulgido esempio. La arricchì, inoltre, con un rigoglioso giardino all'inglese.
Alla morte del proprietario, la villa passò nelle mani di Raniero Alliata di Pietratagliata, detto il "principe mago" per via del suo interesse per l'occultismo, la teosofia, lo spiritismo e i fenomeni paranormali, molto diffusi negli ambienti aristocratici palermitani di inizio '900.
Raniero divenne, perciò, punto di riferimento per molti intellettuali siciliani, e la villa un ritrovo per quei principi dell'aristocrazia siciliana, ormai privati del loro potere politico e sociale.
Alla morte del "principe mago", nel 1979, la villa passò agli eredi, per poi essere venduta. Da allora la dimora versa in uno stato di totale degrado e abbandono, funge da dimora per vagabondi e senzatetto ed è protagonista di furti e atti vandalici.
Dal 2016 è in atto una campagna nell'ambito de "I Luoghi del Cuore" del FAI (Fondo Italiano per l'Ambiente), volta al suo possibile recupero.