Visita alla Cripta delle Repentite: le tombe segrete delle prostitute diventate monache
La Cripta delle Repentite a Palermo
La manifestazione de "Le vie dei tesori" (visualizza l'articolo di approfondimento), giunge alla sua undicesima edizione e dal 29 settembre al 29 ottobre torna ad aprire le porte dei luoghi d'arte di Palermo, di quelli dimenticati e di quelli normalmente chiusi.
Durante tutti i weekend della manifestazione, ogni sabato e domenica, sarà possibile visitare la Cripta delle Repentite.
È una cripta che custodisce i segreti di uno dei luoghi più curiosi e affascinanti della città antica: il convento cinquecentesco di Santa Maria la Grazia, meglio noto come convento delle Repentite, le ex prostitute convertite alla vita monastica e mantenute dalle cortigiane in servizio attraverso un’imposta pagata al Senato palermitano, una sorta di “porno-tax” ante litteram.
Il tributo doveva essere versato se le prostitute volevano vestirsi come le “donne oneste”. Scoperta nel 2005 durante lavori di ristrutturazione, la cripta ha poi svelato un tassello segreto della sua storia: i cartigli trovati dentro due ampolle di vetro nella tomba della Madre Badessa. Parole sottratte all’oblio che ci raccontano della vita e della morte nella Palermo del Seicento.
Durante tutti i weekend della manifestazione, ogni sabato e domenica, sarà possibile visitare la Cripta delle Repentite.
È una cripta che custodisce i segreti di uno dei luoghi più curiosi e affascinanti della città antica: il convento cinquecentesco di Santa Maria la Grazia, meglio noto come convento delle Repentite, le ex prostitute convertite alla vita monastica e mantenute dalle cortigiane in servizio attraverso un’imposta pagata al Senato palermitano, una sorta di “porno-tax” ante litteram.
Il tributo doveva essere versato se le prostitute volevano vestirsi come le “donne oneste”. Scoperta nel 2005 durante lavori di ristrutturazione, la cripta ha poi svelato un tassello segreto della sua storia: i cartigli trovati dentro due ampolle di vetro nella tomba della Madre Badessa. Parole sottratte all’oblio che ci raccontano della vita e della morte nella Palermo del Seicento.
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