"Homo sapiens sapiens sapiens": la personale dell'artista Luigi Presicce alla RizzutoGallery
"Maddalena al telefono", olio su tela (2020)
La RizzutoGallery ospita la mostra personale di Luigi Presicce dal titolo "Homo sapiens sapiens sapiens", visitabile da venerdì 18 dicembre 2020 fino al 6 febbraio 2021, dal martedì al sabato, solo su appuntamento.
Formatosi nell'ambito della pittura, l'artista (Porto Cesareo, Lecce, 1976; vive e lavora a Firenze) per anni ha sintetizzato i risultati dei suoi studi con il linguaggio della performance, mettendo in scena tableaux vivant dal carattere metafisico e surreale, con echi provenienti dall'iconografia popolare, dalle memorie collettive e personali, ricchi di allegorie e allusioni simboliche all'esoterismo, alla religione, alle tradizioni e alle credenze antiche della sua terra d’origine.
I rituali, le stratificazioni, i rimandi alla storia dell'arte, a personaggi e ad avvenimenti della storia recente hanno segnato tutta la ricerca di Presicce, in cui l'intensa forza simbolica delle immagini e l'impianto costruttivo hanno sempre dichiarato la sua matrice pittorica.
La pittura è per Presicce il mezzo con il quale sezionare il mondo, indagarlo e riportarlo alla leggibilità, e dal suo istinto, un po' sciamanico, un po' antropologico, sono cominciate a venire fuori delle figure. Ritratti dai toni saturi e a tratti caricaturali, Santi e infanti, animali che fumano, cani, pappagalli, scimmie.
Presenze ambigue, ricoperte da una lieve peluria, con attributi sia maschili che femminili, ma ciò non ne compromette l’atteggiamento o l’espressione. Di certo è una nuova specie: l'Homo sapiens sapiens sapiens. Ma sono scimmie evolute che narcisisticamente si impongono al nostro sguardo o sono essere umani involuti risucchiati da uno schermo? Al visitatore l'ardua sentenza.
Formatosi nell'ambito della pittura, l'artista (Porto Cesareo, Lecce, 1976; vive e lavora a Firenze) per anni ha sintetizzato i risultati dei suoi studi con il linguaggio della performance, mettendo in scena tableaux vivant dal carattere metafisico e surreale, con echi provenienti dall'iconografia popolare, dalle memorie collettive e personali, ricchi di allegorie e allusioni simboliche all'esoterismo, alla religione, alle tradizioni e alle credenze antiche della sua terra d’origine.
I rituali, le stratificazioni, i rimandi alla storia dell'arte, a personaggi e ad avvenimenti della storia recente hanno segnato tutta la ricerca di Presicce, in cui l'intensa forza simbolica delle immagini e l'impianto costruttivo hanno sempre dichiarato la sua matrice pittorica.
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Negli ultimi tre anni è tornato alla pittura, ha ripreso a dipingere, e in "Homo sapiens sapiens sapiens" presenta in particolare il lavoro dell'ultimo anno. Partendo dal suo personale conflitto con l'odierna sgraziata civiltà, l'artista ha intrapreso una nuova e personale evoluzione pittorica, dopo varie riflessioni sulla società, sui comportamenti umani, arrivando a chiedersi se stiamo parlando dell’evoluzione di una specie eletta o di una sottospecie di involuzione, o evoluzione andata a male.La pittura è per Presicce il mezzo con il quale sezionare il mondo, indagarlo e riportarlo alla leggibilità, e dal suo istinto, un po' sciamanico, un po' antropologico, sono cominciate a venire fuori delle figure. Ritratti dai toni saturi e a tratti caricaturali, Santi e infanti, animali che fumano, cani, pappagalli, scimmie.
Presenze ambigue, ricoperte da una lieve peluria, con attributi sia maschili che femminili, ma ciò non ne compromette l’atteggiamento o l’espressione. Di certo è una nuova specie: l'Homo sapiens sapiens sapiens. Ma sono scimmie evolute che narcisisticamente si impongono al nostro sguardo o sono essere umani involuti risucchiati da uno schermo? Al visitatore l'ardua sentenza.
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