HISTORIA PALERMO
Il 10 luglio del 1943: l'Operazione Husky in Sicilia cambiava per sempre la storia
Anziani palermitani rivivono con noi quei giorni, memorie che possiamo ascoltare chiedendo "ai nonni" di Palermo di raccontarcele. Commemorare è anche questo
Con lo sbarco in Sicilia, le truppe degli Alleati stanno mettendo piede sulla Fortezza Europa per la prima volta. Siamo quasi un anno prima del D-Day il famoso sbarco in Normandia di cui si parla ogni anno il 6 giugno per il suo anniversario.
Il 6 giugno 2019 festeggerà anche lui il suo 75esimo compleanno e viene considerato come uno dei maggiori eventi della Seconda Guerra Mondiale. Ma questa volta la nostra Sicilia non è da meno.
Lo Sbarco in Sicilia è un evento fondamentale nell’ambito del secondo conflitto mondiale: rappresenta la grande svolta della guerra. L’invasione della Sicilia è necessaria per indebolire l’Asse Roma-Berlino aprendo un nuovo fronte sul lato occidentale come era stato deciso a Casablanca qualche mese prima.
L’operazione è complessa. Infatti Mussolini aveva promesso che chiunque avesse deciso di mettere piede sulle spiagge italiane non avrebbe mai avuto il piede all’asciutto e sarebbe stato ributtato a mare subito.
La dimostrazione di forza è impressionante: 600 carri armati, 14mila veicoli e 160mila uomini. La Sicilia è invasa in 38 giorni e accelera la resa dell’Italia che si conclude con l’armistizio di Cassibile l’8 settembre.
Quest’anno dal 7 al 9 luglio, per il 75esimo anniversario dell’Operazione Husky, un gruppo di HMV Italia - appassionati e collezionisti di mezzi militari - hanno ripreso la strada dell’esercito americano e questa domenica 8 luglio sono giunti a Palermo. Il convoglio storico ha ripercorso le strade delle Jeep che hanno visto passare i nostri nonni o i nostri genitori.
Ero con loro questa domenica pomeriggio quando hanno raggiunto la propria destinazione in via Emerico Amari. Mentre discutevo con uno di loro travestito da militare con lo stemma della bandiera U.S.A. sulla divisa una signora si avvicina e dice: “Welcome, I remember you when you came 75 years ago!”.
E così comincio una lunga discussione con la signora Sara che si ricorda benissimo i primi americani arrivati nel piccolo paese delle Madonie dov’era sfollata con la famiglia.
In quel piccolo paese non c’era nemmeno strada, alcuni non avevano mai visto questo tipo di mezzi. Mai visto una persona di colore. Gli anziani del paese si avvicinavano per toccarli come se fossero degli alieni arrivati a bordo di navicelle spaziali.
Sara si ricorda bene tutto fino ai minimi dettagli: Lei, i chewing gum non li ha toccati, «La mamma non voleva che li mangiassi però il cioccolato… sì».
È stato fantastico vedere gli occhi di questa bambina ultraottantenne travolta in questo fiume di ricordi ritornati a galla. Una storia davvero preziosa ed emozionante!
Del resto, noi tutti nelle nostre famiglie tra i nostri cari e vicini abbiamo delle testimonianze incredibili (se conosci qualcuno o se tu stesso hai voglia di raccontare il tuo ricordo di quei giorni scrivi a redazione@balarm.it).
Oggi, siamo al 75esimo anniversario di uno dei momenti più importanti della nostra storia e credo che il migliore modo per ricordare sia sedersi al tavolo in famiglia, al bar con il vicino di casa che ha vissuto quegli eventi e chiedere "Ti ricordi quando sono arrivati gli americani?".
Scoprirete un mondo di ricordi, di dettagli e di piccole storie che nemmeno immaginate. Nella parola commemorare c’è la parola "memoria" e questa memoria dobbiamo salvaguardarla…
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