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Alzi la mano chi fa il Presepe: una tradizione antica che (forse) in Sicilia stiamo perdendo

Molti portano un messaggio specifico, come la donna col neonato. "Susi Pasturi" e “ U Scantatu Ra Stidda" sono alcuni esempi di una tradizione antichissima

Susanna La Valle
Storica, insegnante e ghostwriter
  • 8 dicembre 2023

Il "Presepe Semovente" di Giacomo Randazzo

Nelle case c’è sempre meno il Presepe; spesso relegato all’essenziale: una "capannuccia" con i protagonisti dell’Evento, spesso collocati a caso: "dove si mette Giuseppe a destra o a sinistra, il bue, il ciuccio…?”. Sono domande frequenti.

I Re Magi, se inseriti, arrivano già a fine novembre con buona pace della tradizione che vorrebbe l’otto dicembre come deputato alla realizzazione delle decorazioni.

Una volta il loro era un lento avvicinamento, ogni giorno erano spostati in direzione della Capanna. Eppure il Presepe è un grandioso spettacolo corale che richiedeva ampi spazi e regole ben precise.

Oggi di spazio in casa non ce n’è più, si preferisce l’albero posto in un angolo, pieno di colori, anche questo lontano dalla tradizione nordica che lo decora con luci, fili d’argento e campanelli.

Il Presepe, una volta ricco e sontuoso era appannaggio di Ecclesiastici e Famiglie agiate, motivo di vanto, una rappresentazione con autentici piccoli tesori d’arte, tramandati di generazione in generazione, non meno importante quello popolare, ricco di emozione e racconti,realizzato con il contributo di tutta la famiglia.
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Sappiamo che il Presepe Napoletano del '700 ha un primato indiscusso e detta regole e storia, ma proprio per quell’osmotico rapporto con un Regno condiviso, anche la Sicilia vanta opere d’arte uniche.

Il Presepe racconta una storia sacra non solo attraverso i protagonisti ma anche con le altre statuine che parlano per simboli e allegorie e poco importa se non si rispetta la storia, come la posizione di ruderi di templi, assolutamente improbabili nel periodo in cui si svolsero i fatti.

Una volta chiesi il motivo a un anziano, mi rispose con assoluta convinzione … " dalle rovine del paganesimo, allo splendore della fede Cristiana!”, oppure la presenza di centurioni romani di pattuglia quando i soldati erano di Erode, o la rappresentazione della "strage degli innocenti".

Tutto racconta nel Presepe persino gli animali che non servono solo da riempimento, come le varie pecore spesso collocate per ultime "per riempire gli spazi” si diceva una volta… Vi sono pesci cavalli, elefanti cammelli dromedari, oche, galline , maiali, papere, elefanti. Ed è proprio del linguaggio quasi del tutto dimenticato , ma che una volta era patrimonio culturale che voglio parlarvi.

Di quei personaggi comprimari e funzionali al mistero della Nascita. Iniziando dai Pastori da mettere vicino alla grotta, non solo perché i primi ad arrivare ma cari al Salvatore che saranno i protagonisti di una delle Parabole più belle.

Attorniati dal gregge, hanno un posto privilegiato, tra questi non può mancare quello con l’agnello posto sulle spalle. Non hanno un nome, i pastori ma vene sono due che sono comuni a tutte le regioni, chiamati con nomi diversi e che in Sicilia sono : “Susi Pasturi” e “ U Scantatu Ra Stidda”.

Il primo deve essere posto in alto rispetto alla capanna, rappresenta il pastore che dorme e sogna il Presepe , come se tutta la storia che si sta svolgendo molto più un basso rappresenti un sogno rivelatore.

Il secondo, lo spaventato dalla stella, è quello chiamato il Pastore della Meraviglia , che con le braccia alzate richiama tutti al miracolo che si sta compiendo sotto i suoi occhi.

Altro personaggio comune a tanti presepi , è in Sicilia "Zu Innaru" il vecchio che si riscalda vicino a un fuoco, che diventa fonte di calore anche per il piccolo Gesù.

Vi sono Presepi in Sicilia che possono avere anche più di 1000 personaggi e che spesso riproducono in scala luoghi e quartieri dei vari comuni, come nel Presepe di Caltagirone dove è rappresentata la famosa scalinata o quello di Siracusa, dove la nascita avviene in una casa tradizionale siciliana. Luoghi caratteristici, con mestieri tipici della Sicilia, come il costruttore di giare, il "curatru" quello lavora formaggi e ricotta.

Nel Presepe vi sono a bottai, cacciatori, artigiani che modellano la creta, fabbri, ciabattino, canestraio, donne che impastano il pane, c’è persino un ragazzo intento a togliersi una spina dal piede.

Molti portano un messaggio specifico, come la donna con un neonato. La tradizione racconta che una vergine fu fermata dagli angeli , non era consentito alle illibate di visitare puerpera e infante, la donna quindi avvolse una pietra in una coperta e si presentò alla Capanna.

Il panno alla presenza della Sacra Famiglia cominciò a muoversi e vagire, il masso si era trasformato in un bimbo. C'è la Zingara che predirà il futuro di Gesù, i due compari che rappresentano il Carnevale e la Morte, l’Oste che cerca clienti e simboleggia la tentazione. Un pescatore lungo un ruscello, a volte realizzato con carta stagnola, ha un paniere colmo di pesci, questi rappresentano vita e abbondanza.

I Suonatori di Ciaramelle e Friscalettu non solo punteggiano con il suono l’evento ma ricordano quei canti di Natale ancora presenti nei nostri paesi. Il cacciatore è l’allegoria della morte, la lavandaia di purificazione.

Anche gli elementi scenografici parlano: un Ponte diventa passaggio tra la vita e la morte, il mulino il tempo, il pozzo il mondo dei defunti, la fontana la nascita. Vi sono stati Grandi Maestri come Giuseppe Tipa e Giovanni Matera che intagliò nel legno le statuitine e le vestì con “tela e colla “,i Vaccaro Zio e Nipote.

Vi sono Presepi preziosi come quello in argento e corallo di Trapani o quello di Palermo, realizzato in cera con inserti di oro e argento. Con qualunque materiale fosse fatto prezioso e non, con pochi personaggi o più di mille, meccanizzato o semplice, il presepe diventa un palcoscenico e ci invita a entrare in quella Sacra Rappresentazione.

PRAE (innanzi) SAEPES (recinto), innanzi la mangiatoia ci siamo anche noi con i nostri desideri dolori, speranze e sogni.
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