STORIA E TRADIZIONI
Uno di loro istituì "il Bacio della pace": 5 papi siciliani (quasi 6) cambiarono la storia
Con l'operato dei pontefici dalla nostra Isola è stato rilevante nella storia della Chiesa. Due sono raffigurati nelle statue all'esterno della Cattedrale di Palermo
La statua di Papa Agatone davanti alla Cattedrale
Quante volte siamo passati davanti alla Cattedrale di Palermo ammirandone la maestosa bellezza? Quante volte, magari a causa delle nostre giornate frenetiche, abbiamo attraversato distrattamente corso Vittorio Emanuele senza chiederci a chi appartengano tutti i volti raffigurati nelle statue poste sui basamenti dei piedistalli all'esterno dell'edificio?
Ogni opera è stata collocata in questo luogo estremamente importante per una (o più) ragioni. Tra i volti presenti sulle statue ci sono anche quelli di due papi siciliani, le cui statue si trovano agli angoli estremi delle balaustre: si tratta di sant’Agatone e san Sergio I.
Nonostante siano soltanto due i pontefici siciliani raffigurati all’esterno della cattedrale, nella storia si sono succeduti ben cinque papi che appartenevano alla nostra Isola.
Nato a Palermo nel 575, Agatone mostrò la sua propensione per la religione e le attività caritatevoli fin da giovane. Ampliò le sue conoscenze durante il ritiro nel convento che oggi conosciamo con il nome San Giovanni degli Eremiti e, grazie ai suoi studi e alla sua passione, Agatone contribuì alla soluzione di diversi problemi che riguardavano la Chiesa.
Nel 680 il pontefice ebbe un ruolo decisivo nell’organizzazione del concilio ecumenico a Costantinopoli, grazie al quale si pose fine al monotelismo e si evitò un terribile scisma con l’Oriente. Tuttavia, proprio quando i documenti stavano per giungere a Roma, Agatone morì.
La scelta del successore di papa Agatone cadde su un altro siciliano: san Leone II, nato a Messina ed eletto nel 681. Questa volta, però, la consacrazione non avvenne subito, perché la decisione dell’imperatore arrivò più di un anno dopo. Il pontificato di san Leone II fu molto breve, durò poco meno di un anno, ma portò diverse novità.
Grazie al secondo papa siciliano furono introdotti due rituali nella Messa: il primo fu il ‘"Bacio della Pace", che oggi è stato sostituito dal Segno di Pace. Durante questo rito, previsto prima della Comunione, il sacerdote riceveva direttamente da Dio il messaggio e lo trasmetteva alla congregazione.
San Leone II istituì anche il rituale dell’aspersione nell’acqua benedetta, da sempre simbolo religioso di purificazione e fonte di vita. Nel 686 venne eletto Conone, che viene considerato da molti uno dei papi siciliani perché, nonostante fosse nato in Tracia, trascorse tutta la sua infanzia e la sua giovinezza in Sicilia.
L’elezione di Conone fu una mera strategia politica per evitare un conflitto tra le fazioni romane. Il pontefice era anziano e aveva gravi problemi di salute, infatti morì un anno dopo l’elezione. Il successore di Conone fu san Sergio I, eletto nel 687 a soli 37 anni.
Nato a Palermo, il pontefice scelse di intraprendere un percorso ecclesiastico già in tenera età e fu un allievo molto promettente. San Sergio I fu ordinato presbiterio durante il pontificato del siciliano papa Leone II e nel corso della sua vita fu apprezzato da molti membri della Chiesa.
Grazie alla sua formazione e ai rapporti con gli altri ecclesiastici, papa Sergio I rappresentò la scelta migliore per la successione al pontificato dopo Conone.
In quel periodo la tensione politica era sempre più forte e, in seguito alla morte di Conone, ogni fazione decise di eleggere il proprio pontefice. Successivamente venne convocata un’assemblea per mettere d’accordo la Chiesa, le forze militari e l’amministrazione civile.
Il nome di Sergio I mise d’accordo tutti e il suo pontificato durò 14 anni. Il quarto papa siciliano non deluse le aspettative e offrì il suo supporto in varie situazioni, come il concilio Quinisesto, durante il quale rifiutò di sostenere l’imperatore Giustiniano.
Sergio I fu un papa molto coraggioso, che non cedette mai alle minacce, anche quando queste prevedevano la possibilità di trascorrere il resto della sua vita in carcere.
L’ultimo papa siciliano fu Stefano III, nato a Siracusa ed eletto nel 768, fece una lunga ‘’gavetta’’ in ambito ecclesiastico fino ad arrivare ai ruoli più prestigiosi.
Il suo pontificato durò più di tre anni e le sue doti diplomatiche furono essenziali. Ufficialmente Stefano III è l’ultimo papa siciliano della storia, ma le cose sarebbero potute andare diversamente: il cardinale Mariano Rampolla di Tindaro, nato a Polizzi Generosa, aveva servito per lungo tempo papa Leone XIII e le sue conoscenze politiche ed economiche non avevano eguali.
Per questi motivi, alla morte del pontefice nel 1903, era opinione diffusa che il cardinale sarebbe stato nominato come suo successore. Tuttavia l’imperatore Francesco Giuseppe era fortemente contrario alla decisione di eleggere il cardinale Rampolla e fece leva sull’antico privilegio del veto durante il conclave.
Al posto del siciliano, venne eletto il cardinale Giovanni Sarto, che diventò papa Pio X e la prima modifica che apportò il nuovo pontefice fu quella di abolire il diritto di veto dell’imperatore. In base ai documenti ufficiali, nella storia ci sono stati 265 papi prima dell’attuale Papa Francesco.
Si tratta di un numero elevato, soprattutto se si pensa che i pontefici siciliani hanno ricoperto una piccola percentuale. Eppure, l’operato dei papi provenienti dalla nostra Isola è stato talmente rilevante da rendere superflua ogni considerazione meramente statistica.
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