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Scolpito dentro un sarcofago: il presepe più antico al mondo è "nascosto" in Sicilia

Il Sarcofago di Adelfia, di età costantiniana, è stato rinvenuto il 12 giugno del 1872 all’interno di un cubicolo delle Catacombe di San Giovanni. Ecco dove si trova adesso

Balarm
La redazione
  • 8 dicembre 2020

Dettaglio del presepe più antico del mondo

Si trova in Sicilia ed è nascosto dentro un prezioso reperto il presepe più antico del mondo.

È scolpito dentro un sarcofago di marmo di età costantiniana, il Sarcofago di Adelfia, che custodiva i resti di una sposa ed è conservato all’interno del museo archeologico regionale “Paolo Orsi”, a Siracusa.

È stato rinvenuto il 12 giugno del 1872 all’interno di un cubicolo delle Catacombe di San Giovanni, nelle viscere di Siracusa durante la campagna di scavi diretta da Francesco Saverio Cavallari, con lo scopo di accertare l'epoca delle catacombe presenti.

Del resto la città aretusea è seconda solo a Roma per l’estensione dei suoi percorsi catacombali, che si snodano a pochi metri sotto piazze e strade moderne, e conserva tracce della più antica devozione cristiana. Non stupisce quindi che si trovi proprio qui il più antico strumento di devozione cristiana.

Il sarcofago è composto da una cassa principale sormontata da un coperchio di dimensioni inferiori e fu la sepoltura della nobildonna romana Adelfia, moglie del comes Balerius (Valerius) come sembra risalire dal medaglione centrale che rappresenterebbe un ritratto della coppia, menzionata al centro del coperchio da un'epigrafe disposta su tre linee su sfondo rosso: “(H)ic Adelfia c(larissima) f(emina) / posita compar Baleri comitis” si legge (Qui è deposta Adelfia, famosissima donna, moglie del conte Valerio).

Presenta tredici decorazioni di iconografia cristiana disposte su doppio registro sulla cassa: di queste, la maggioranza - otto - sono tratte dal Nuovo Testamento mentre le rimanenti sono citazioni del Vecchio Testamento.

A rendere unico questo reperto del IV secolo d.C. è la sua delicata decorazione tra cui spiccano le scene della Natività. In particolare è narrato il momento dell’Adorazione dei re Magi. I tre re indossano un copricapo sui loro lunghi capelli, una tunica e procedono verso destra recando i loro doni e protendendo le mani verso Gesù.

Una tettoia ricoperta da tegole e ceppi ripara il Messia in fasce, deposto in un cesto di vimini e scaldato dal fiato del bue e dell’asinello mentre Maria siede su una roccia.
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