DOVE MANGIARE
Quando la Vucciria era una scommessa: otto anni fa apriva il Gagini tra chef e gourmet
Otto anni fa l'idea pionieristica di dare spazio al gourmet in un centro storico, quello di Palermo, ancora da rigenerare: Stefania e Franco e il loro piccolo "village del food"
Stefania Milano e Franco Virga
Proprio tra i tesori monumentali e la costa, tra locali notturni e l'antico mercato della Vucciria si trova via Cassari: e nella penombra dell’abbandono protetto da quelle stesse mura cinquecentesche che ospitarono una delle botteghe dello scultore Antonello Gagini è nato un piccolo tesoro del food: Il Gagini.
Nell'ottica di riqualificazione e valorizzzione e non di abbattimento e modernità, i due imprenditori oggi soci della Good Company hanno giocato con elementi d’arte contemporanea, di storia e di alto artigianato finché non si è creato uno spazio unico nel suo genere, un teatro di cucina gourmet.
La storia è quindi quella di una scommessa che ha cambiato il volto della ristorazione palermitana oltre che della zona più marina della vecchia Palermo, il Gagini, il ristorante a ridosso della Cala porta in scena l’alta cucina contemporanea festeggiando l'ottavo compleanno: un anniversario che rappresenta un tassello importante per la città e che possiamo leggere come il frutto di quella scommessa.
Perché il Gagini è stato solo l'ìnizio di una storia gastronomica che ha fatto una tendenza e che ha scritto negli anni nuovi - e ben differenti - capitoli: parliamo dell’apertura di Buatta, del Bocum e infine di Aja Mola. Tre spazi tutti diversi che insieme rappresentano un vero e proprio distretto di cucine di alto profilo ma ognuna come espressione di un volto ben preciso della Palermo in trasformazione.
Un polo, diventato salotto del buon gusto, che ingloba quindi quattro modus vivendi della rinascita della capitale siciliana, quattro life style ed esperienze del gusto, uno dei pochissimi casi multi format nel Sud Italia.
Se Buatta dà spazio alla memoria casalinga, alle usanze locali, come osteria d’arte, retrò e moderna, Bocum è la dimensione multisensoriale di ispirazione internazionale, un luogo visionario che lega mixology, ristorazione e una cantina concentrata esclusivamente sui vini naturali con oltre 400 etichette; mentre Aja Mola, il cui nome si ispira ad un antico canto dei tonnaroti, è dedito interamente a valorizzare la freschezza e l’origine del pescato locale secondo un progetto di sostegno ai piccoli pescatori e alle flotte locali.
Il Gagini infine incarna lo spirito che vi albergava secoli e secoli prima: il fervore creativo. Il Mediterraneo in termini di stimoli sensoriali è il tema oggi indagato e raccontato senza barriere, nella sua naturale essenza di collante di civiltà, dagli chef Massimiliano Mandozzi ed Elnava De Rosa, che hanno lasciato la cucina del lussuoso Casta Diva del Mandarin Hotel sul Lago di Como per sposare la Palermo in evoluzione e mettere del proprio in una delle pagine più vivaci dell’alta cucina siciliana.
Tornando alla ricorrenza: è stata celebrata lo scorso 11 novembre al Loggiato San Bartolomeo con una festa quindi per l'intera Good Company, gruppo che oltre il Gagini governa anche Buatta, Bocum e Aja Mola. È stata una serata di gala dedicata agli uomini e alle donne che hanno collaborato alla riuscita dell'idea imprenditoriale che lega la riqualificazione urbana alle buone pratiche aziendali.
L’evento ha visto protagonisti gli chef dei ristoranti: Massimiliano Mandozzi ed Elnava De Rosa (Gagini), Fabio Cardilio (Buatta), Daniele Salvatori (Bocum), Giuseppe Calvaruso (Aja Mola) e Sonja Scrudato (bar lady del Bocum) e a festeggiare c'era anche Giovanni Assante del pastificio Gerardo di Nola, realtà di Gragnano che ha conquistato il gotha della ristorazione, firma che fa capolino sulle tavole più prestigiose.
Proprio Assante ha cucinato, per omaggiare il Regno delle Due Sicilie, il piatto istituzionale della memoria gastronomica napoletana: la pasta con patate.
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