STORIE
Quando l'arte viaggia (anche) sui container: la Trip art di Andrea che da Milazzo arriva nel mondo
Quando non studiava per la laurea in ingegneria elettrica al Politecnico di Milano, affinava il suo interesse artistico, graffiti e street art, creando murales
Sono le parole di Andrea Sposari, in arte Spos.Art, classe '92. L'artista, messinese di nascita, vive a Milazzo, e si avvicina all'arte fin da bambino, in modo naturale, benché abbia fatto studi scientifici, fino alla laurea in Ingegneria Elettrica al Politecnico di Milano: «Contemporaneamente ho sempre portato avanti il mio interesse artistico, graffiti e street art, cercavo sempre di impegnare il tempo libero con i murales, fino a quando una volta laureato ho deciso che la street art sarebbe stata il mio impiego a tempo pieno», ci racconta.
L'artista viaggia molto per lavoro, ma torna sempre in Sicilia, perché è qui che vuole vivere: «Mi piace rimanere qui. Cinque anni di università mi sono serviti per capire Milano. Ho capito che il resto della mia vita lo vorrei trascorrere in Sicilia o in California», ci racconta sorridendo.
Andrea ha interessi molteplici, dalla musica alla psicologia, dalla scienza alla sociologia, ed è fermamente convinto che la Sicilia potrebbe vivere di arte e turismo. Negli anni ha partecipato a tanti progetti, ad esempio la riqualificazione delle cabine elettriche con E-Distribuzione per il progetto Cabine d'autore.
In questa occasione ha realizzato l'opera che rispecchia maggiormente la cultura siciliana, ''Perché noi siamo Dei'', titolo tratto da ''Il Gattopardo'': «L'opera - racconta - è prettamente legata a Milazzo, bagnato da tre parti dal mare, molto simile ad un abbraccio. Ma in generale la Sicilia è figlia del mare ed emerge dal suo ventre, le onde richiamano la tradizione barocca».
Il suo ultimo, innovativo progetto, è la ''trip art'', un'idea di arte itinerante che nasce in collaborazione con l'azienda DB Service, promotrice della realizzazione di opere su container che arriveranno in cantieri sparsi per il mondo. I container si ritroveranno, intanto, all'interno di cantieri della Nigeria e della Libia: «Di solito - spiega - con la street art vai in quel luogo e studi il contesto, qui invece è l'opera che arriva da te. Quindi il ''trip'' è un viaggio mentale, perché io non conosco quegli ambienti, ho provato a immaginarli. Ho cercato di fare un lavoro che fosse contestualizzato, in maniera delicata».
Lo scopo è quello di portare l'arte anche dove solitamente non arriva. La street art per Andrea «è un modo per parlare a tutti, perché è pubblica, di tutti e per tutti». I soggetti dei disegni cambiano di volta in volta, dai miti greci a figure religiose, volti di bambini e adulti, e tante altre rappresentazioni.
Nel suo processo creativo, prima realizza un bozzetto cartaceo, poi uno fotografico e cerca dei modelli in carne ed ossa che lo possano ispirare. Nel caso del progetto con i container, alcuni temi sono l'agricoltura, l’estrazione petrolifera, la guerra, sempre nel massimo rispetto del contesto sociale del paese di destinazione.
È l'ultima opera Nel 2019 è stato selezionato in India, come rappresentante italiano, al Techfest di Bombay, manifestazione inaugurata dai premi Nobel John Roberts e Eric Maskin, tra artisti internazionali e ha realizzato un murale dedicato alla scienza, su richiesta degli organizzatori. Un altro progetto a cui ha preso parte è ''Abakainon'', un vero e proprio percorso tra arte e archeologia.
Il progetto prende il nome da un'antica città in prossimità dell'attuale Tripi, in provincia di Messina, dove sono
state ritrovate delle monete e una necropoli.
Andrea ci saluta ricordandoci che l'arte è importante in Sicilia e che dovremmo tutti dare una possibilità alla nostra terra, prima di lasciarla: «Credo sia triste lasciare un posto solo perché non ti dà un benessere lavorativo. Si dovrebbe dare un'opportunità alla propria terra. Al nord ci sono più possibilità, è un dato di fatto, però è anche una giustificazione. Capisco chi ha necessità, ma prima bisogna fare qualcosa, e solo dopo, in caso, andarsene».
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