FOOD & WINE
Pungente fuori ma dal cuore tenero: il Fico d'India è bello, buono e facilissimo
Frutti coloratissimi e dal sapore dolce che colorano le estati in Sicilia aprendo le porte all'autunno: tra storia, ricette e benefici andiamo alla scoperta del Fico d'India
Tre colori, giallo, bianco e rosso che caratterizzano le varietà di questo frutto che si può gustare a fine estate fino in autunno inoltrato.
In questo caso prendono il nome di "scozzolati", per via della prima fioritura che viene tolta dalle pale. I secondi soffrono meno del caldo estivo e si contraddistinguono per la loro polpa soda e con meno semi rispetto alla prima fioritura, quella estiva.
Partiamo dai colori, a ciascuno il suo in tema di fichi d’india: quelli gialli sono chiamati anche "sulfarina" perché ricordano il colore dello zolfo.
Quelli rossi sono detti sanguigni e sono in genere considerati i più corposi nel gusto e infine i "muscaredda", quelli bianchi, che hanno il sapore più delicato e meno intenso.
Le più importanti e famose, sono quelle di San Cono, in provincia di Catania, di Santa Margherita Belìce, in provincia di Trapani e di Roccapalumba in provincia di Palermo.
San Cono è la capitale del Bastardone: la sagra si svolge dagli anni Ottanta nel mese di ottobre, periodo in cui si svolgono in giro per la regione tante altre sagre simili, a voi la scelta.
Sul fronte nutrizionale, essendo ricchi di fibre, i fichi d’india aiutalo l’intestino a rimettersi a posto. Contengono poi vitamine e minerali che, come tutti i frutti, rinfrescano e donano energia al nostro corpo.
Mangiatene e bevetene tutti… già, il consiglio del giornalista che scrive è infatti quello di gustarli con un buon prosecco ghiacciato.
Puliteli e preparate una crema (meglio pestata che frullata), togliendo i semi. Scegliete la dolcezza in base al vostro gusto e al piacere del colore.
Lasciate riposare il composto in frigo. Poi prendete un flute e versatene un paio di cucchiaini al fondo. Infine versate le bollicine ben fredde cercando di non far mischiare troppo composto e prosecco.
Il gesto dovrà avvenire dopo il brindisi. Un contrasto che ammalia i palati fini. Cin cin.
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