MISTERI E LEGGENDE
Prima della Santuzza, Palermo era protetta da un'altra Patrona: ecco chi era Santa Oliva
Oliva di Palermo è stata una delle quattro Sante protettrici principali della città, le "compatrone" di Palermo, prima di essere soppiantate da Santa Rosalia nel 1624
La statua di Santa Oliva (foto di Paolo Longu)
Forse non tutti sanno che, in origine, la Santa protettrice della città di Palermo non è sempre stata Santa Rosalia. Prima della Santuzza, infatti, le sorti dei fedeli cristiani del capoluogo siciliano erano affidate a Santa Oliva, che è stata riconosciuta come la Patrona di Palermo nel Medioevo.
Oliva di Palermo nel secolo XVIII è stata una delle quattro Sante protettrici principali della città, le cosiddette "compatrone" di Palermo (insieme a Santa Ninfa, Sant'Agata e Santa Cristina), riconosciute tali già dal 1606, fin a quando il loro culto nella popolazione non andò scemando in seguito al miracolo della liberazione della città dalla peste, che afflisse i palermitani nel 1624, che fu compiuto proprio da Santa Rosalia.
Da quel momento in poi la Santuzza ha soppiantato tutte le altre Sante e iniziò ad essere venerata dalla popolazione come patrona unica e principale su tutte.
Si narra che Oliva nacque a Palermo nel 448 da nobilissimi genitori cristiani e che fosse una giovinetta bellissima che, fin dai primi anni della sua vita, si consacrò al Signore, mostrando gran disprezzo degli onori e delle ricchezze, che amava fare la carità ai poveri. Quando però la dominazione dei vandali prese piede sull’Isola, portando il martirio per i cristiani, i conquistatori mandarono Olivia in esilio Tunisi evitando di martirizzarla.
Morì quindi da martire cristiana a Tunisi, dove esiste ancora oggi una moschea dedicata alla sua memoria (che porta il nome di “Jāmiʿ al-zaytūna”, ovvero “Moschea dell'oliva”) e venne poi venerata come Santa della Chiesa cattolica che la festeggia il giorno della sua morte.
Il corpo della giovane Oliva fu rapito da alcuni cristiani e riportato a Palermo per essere seppellito.
Un compatrona che è comunque rimasta cara alla città di Palermo, e infatti tante sono ancora le opere che la ritraggono: una vetusta immagine di Oliva si trova nel dipinto detto della "Martorana" (conservato in passato nell'antico Spedale Civico, ma attualmente al Museo Diocesano di Palermo), in cui insieme a lei sono raffigurate anche Sant'Elia, Santa Rosalia e Santa Venera. Il segno certo per riconoscerla era il ramo d'olivo che teneva in mano, emblema del suo nome.
La sua figura è rappresentata anche dalla grande scultura in marmo che campeggia uno dei Quattro Canti di Palermo, quello in direzione Nord e che, nell’ordine superiore, espone a tutto il mondo le statue delle quattro sante palermitane, Agata, Ninfa, Oliva e Cristina, ex patrone della città prima di essere soppiantate da Santa Rosalia nel 1624.
Ma alla piccola Oliva è intitolata anche una omonima piazza della città, piazza Sant'Oliva appunto, che si trova alle spalle di piazza Castelnuovo allo sbocco delle parallele vie Villareale e Meccio. Proprio in questa piazza sorgeva un’antica chiesetta, risalente a prima del 1300, dedicata alla Santa, vergine e martire palermitana.
Poi passata alla proprietà deo Padri Minimi di S. Francesco di Paola, la chiesetta venne demolita e sostituita nel 1518 con l’attuale chiesa ed il convento dedicati sempre a S. Oliva che oggi è diventato sede della caserma militare “Ruggero Settimo”.
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