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Giaceva intatto sotto altri due corpi: tutti i misteri mai risolti della tomba di Federico II

L'imperatore fu seppellito nella Cattedrale di Palermo dentro un sarcofago in porfido rosso. Nel 1781, durante il grande restauro la tomba fu aperta per una ricognizione

  • 24 febbraio 2020

La salma di Federico II raffigurata in un disegno nel 1781 (foto stupormundi.it)

Una leggenda narra che Michele Scoto, astrologo di corte, aveva predetto a Federico II la morte "sub fiore" (sotto il fiore). Per
questo motivo, probabilmente, l’Imperatore si tenne sempre lontano dalla città di Firenze.

Federico II di Hohenstaufen morì il 13 Dicembre 1250 all’età di 56 anni. Si trovava in Puglia presso un borgo fortificato, denominato
Castelfiorentino. Proprio in questo luogo fu colto da un’oscura e fulminea patologia addominale (nda. forse fu avvelenato).

Sempre la leggenda dice che Federico II, ricordando la denominazione del luogo in cui si trovava, intuì che la morte era prossima, per cui dispose il testamento, indossò il saio cicistercense e si preparò al funesto evento.

A morte avvenuta, si tentò una mummificazione: il cuore, per volontà di Federico, fu asportato e posto in un'urna depositata nella Cattedrale di Foggia, sede imperiale. La salma fu esposta per alcuni giorni all’omaggio dei sudditi, poi trasportata a Palermo, dove fu seppellito nella Cattedrale, dentro un sarcofago in porfido rosso egizio, secondo la tradizione normanna-sveva, accanto alla madre Costanza ed al padre Enrico VI.
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Il sarcofago dove fu collocato era stato scelto dallo stesso Federico II che lo aveva fatto trasferire da Cefalù (nda. era stato commissionato nel 1145 da Ruggero II) nel 1215 insieme con quello riservato a suo padre Enrico VI.

Nel 1781, durante il grande restauro della Cattedrale di Palermo, il sarcofago fu aperto per una ricognizione. Francesco Daniele, insieme al canonico Rosario Di Gregorio, si occuparono dell’apertura.

All'apertura il corpo di Federico II apparve in ottimo stato e giaceva sotto altri due corpi. Esiste in merito un’immagine, troppo ordinata e perfetta per un corpo che per secoli fu schiacciato da altre due salme. Non indossava il saio cistercense, ma le cronache del tempo rivelano il motivo per cui gli furono sostituiti gli abiti prima di collocarlo nel sarcofago.

Una delle due salme apparteneva a Pietro II d’Aragona, l’altro ad una donna d’identità sconosciuta, per la quale si formularono diverse ipotesi al fine di identificarla.

Rosario La Duca si attivò in merito e ipotizzò che si trattasse di Beatrice di Svevia, figlia di re Manfredi: avrebbe avuto i requisiti per essere sepolta nel tumulo imperiale ma essa morì il 19 novembre 1306 all’età di quarantasei anni. L’altra ipotesi fu che potesse trattarsi di Elisabetta di Gorz Tirol, moglie di Pietro d’Aragona II, morta nel 1352, intorno ai cinquanta anni. Anche questa, quindi, fu scartata. Si formularono altre ipotesi ma non si giunse a nulla.

Ma c’è un altro mistero che non è stato risolto!

Pietro II d’Aragona, seppellito con Federico, non era suo discendente. Perché allora fu seppellito insieme con lui? Forse perché Federico fu sempre avverso alla Chiesa? Fu una sorta di vendetta riaprire il suo sarcofago?
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